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sabato, Aprile 27, 2024
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Scissionista ucciso a Giugliano, chiesta la conferma degli ergastoli per killer e mandanti

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Chiesta la conferma degli ergastoli per mandanti e esecutore dell’omicidio di Rosario Tripicchio, lo scissionista ucciso a Giugliano in zona San Vito nel gennaio del 2012. Una richiesta seguita da un colpo di scena: i difensori degli imputati Arcangelo Abbinante e Salvatore Baldassarre (gli avvocati Claudio Davino e Nicola Quadrano) hanno chiesto l’acquisizione delle dichiarazioni dei pentiti Pasquale Riccio e Giuseppe Ambra ravvisando elementi utili a mettere in dubbio la tesi della Procura.

La ricostruzione dell’omicidio Tripicchio

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La dinamica dell’omicidio già nel gennaio del 2012 non sembrava lasciare dubbi. La vittima Rosario Tripicchio, 31enne originario di Scampia, stava rincasando nella sua abitazione in via San Vito quando è stato freddato da sette colpi di pistola calibro 9×21. I proiettili lo colpirono alla schiena, alle gambe e alla testa. Almeno tredici bossoli furono rinvenuti dagli inquirenti sul luogo dell’omicidio, alcuni all’esterno del cancello, altri nel cortile di casa dove abitava da due mesi insieme alla moglie e al bambino di cinque anni. L’agguato si consumò poco dopo le 11 in via San Vito, strada, molto trafficata che collega Giugliano e Melito. Secondo una prima ricostruzione dei militari dell’Arma i killer entrarono in azione dopo aver effettuato un sopralluogo in zona.

L’assoluzione di Antonio Bastone

Accortosi che qualcosa non andava Tripicchio accelerò, cercando di entrare rapidamente nell’atrio della sua abitazione al civico 97 di via San Vito. Sceso dalla macchina fu colpito da tre colpi alla schiena, altri tre alle gambe e uno finale alla testa. Inutile il suo tentativo di scappare ed entrare nel portoncino della sua abitazione: morì sul colpo inutili i soccorsi. Il suo corpo crivellato dai proiettili fu trovato riverso nell’auto con la portiera aperta.

Tripicchio era stato luogotenente di Antonio Bastone e si era successivamente “girato”. Per la Procura il mandante fu proprio Bastone che avrebbe istigato Arcangelo Abbinante all’omicidio di Tripicchio per vendicarsi del fatto che durante la sua detenzione era stato esautorato dalla gestione degli affari. I sicari (Arcangelo Abbinanate e Salvatore Baldassarre) venuti a conoscenza della casa nella quale si era nascosto Tripicchio si misero appostati all’esterno e lo uccisero a colpi d’arma da fuoco mentre saliva su una vettura. Ipotesi smontata dai difensori di Bastone, assolto un mese fa (leggi qui l’articolo). Decisive le argomentazioni dei difensori di Bastone, gli avvocati Domenico Dello Iacono, Saverio Senese e Fabio Segreti.

 

 

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