Scavi in corso in via Sensale ad Arzano per il ritrovamento del cadavere di Antonio d’Andò, vittima di lupara bianca all’epoca della guerra tutta interna agli Scissionisti. Dopo le dichiarazioni sull’ammissione degli addebiti rese durante il processo, con rito abbreviato, che vede sul banco degli imputati Mariano Riccio, all’epoca reggente degli Scissionisti e altri quattro imputati, Emanuele Baiano, Mario Ferraiuolo, Giosuè Belgiorno e Ciro Scognamiglio, sono partite le operazioni di ricerca del corpo che pare essere stato individuato in un terreno in via Francesco Sensale, strada sterrata che collega Arzano a Grumo. Le operazioni sono coordinate dai pubblici ministeri della DDA Marra e De Marco.
L’omicidio di Antonino D’Andò si inserisce nella fase più acuta della guerra interna agli Amato-Pagano quando, specie tra i fedelissimi di Raffaele Amato ‘a vicchiarell, cominciò a serpeggiare malumore circa la gestione di Mariano Riccio, genero di Cesare Pagano. D’Andò era tra i più critici della leadership di Riccio come raccontato dal collaboratore di giustizia Michele Caiazza, nipote dello stesso D’Andò:«Mariano odiava mio zio perché qualche tempo prima mio zio aveva duramente richiamato il padre di Mariano perché durante una estorsione presso un cantiere a Mugnano si era comportalo male. D’Andò inoltre aveva raccontato questo episodio a zio Cesare che aveva richiamato Mariano e il padre».