Sul ritorno a scuola in presenza dei ragazzi, «la Campania continua a essere un’anomalia. Chiediamo solo il rispetto delle regole». L’associazione Scuole Aperte Campania tiene alta la guardia sull’organizzazione e l’applicazione dei protocolli dopo il rientro degli studenti in classe seppur non a pieno regime. Il riferimento è soprattutto alla soglia del 50% delle classi superiori, -ritornate in presenza la scorsa settimana insieme alle seconde e terze medie – previste per le zone arancioni, con il raggiungimento del 70% in zona gialla fascia, che la Campania assumerà a partire da lunedì dopo il miglioramento del quadro epidemiologico, così come previsto nel decreto del Governo Draghi. Nonostante il provvedimento dell’Esecutivo visto il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca ha emanato un’ordinanza nella quale dispone di mantenere per le secondarie di secondo grado il 50% e il 50%, in linea con quanto avviene già oggi.
Scuole Aperte
Sul punto, il presidente di Campania Scuole Aperte, Palmira Pratillo, nel corso di un presidio in via Nazario Sauro, con Assodiritti e conducenti del trasporto scolastico, afferma: «La presenza dei ragazzi soltanto al 50% dev’essere applicata qualora risulti incompatibile l’applicazione delle linee guida del DM n.39/2020. A differenza di quello che pensa De Luca riteniamo che quest’anno scolastico non sia affatto concluso e pertanto è necessario che si torni in classe come ha previsto il Governo». Nonostante la richiesta di collaborazione istituzionale con Palazzo Santa Lucia, dall’associazione Scuole Aperte Pratillo rincara la dose: «De Luca scarica il peso della decisione sui dirigenti scolastici cosi come ha più volte fatto in questi mesi con i sindaci che in virtu’ della possibilità loro concessa decidono di chiudere le dcuole anche in presenza di uno o due casi di positività al covid». La proiezione mentale e della tutela dei ragazzi è al futuro, al prossimo anno scolastico che inizierà dopo l’estate sperando in una campagna vaccinale sempre più efficace e a protocolli di sicurezza sui trasporti che evitino assembramenti e pericoli ulteriori di contagio. «Si attivi una collaborazione tra istituzioni che porti a un protocollo unico a livello nazionale – aggiungono ancora dall’associazione Scuole Aperte – ogni Asl dà disposizioni diverse. Riteniamo importante inserire test salivari e utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per applicare dei piani di sicurezza a tutela degli studenti».