A Pescara una professoressa 55enne è stata interdetta per un anno dall’insegnamento con l’accusa di atti sessuali con una studentessa 14enne. La 14enne racconta come è nata e come si è sviluppata la relazione, ma specifica sempre di essere stata consenziente. Per il gip, però “il rapporto di affidamento tra precettore e allieva vale a neutralizzare l’efficacia del consenso della minore”.
Il racconta dell’alunna
Nei verbali la 14enne racconta che “la professoressa mi piaceva tanto come persona, ma nel senso che la vedevo come punto di riferimento. Nel senso di amicizia, non era mia intenzione fare altro insomma”. La docente, però, continuava a tenere con lei “atteggiamenti un po’ particolari” come chiamarla “piccola, amore, tesoro”. La ragazzina dice di aver pensato che “evidentemente per lei ero come una figlia e ci sta che una mamma ti chiami così”.
Poi, però, la prof ha iniziato a cambiare tono, dicendole “sei bona”. E lei racconta che “pensavo che fosse per ridere. E pure io glielo dicevo, anche perché lei è davvero una bella donna“. E nonostante l’allieva non fosse esattamente a proprio agio, “ovviamente io mica potevo andarle a chiedere: ‘Ma tu mica ci stai provando con me?’, perché è veramente imbarazzante come cosa“.
La testimonianza dell’amica
La Pm Gabriella De Lucia e gli investigatori della squadra mobile hanno in mano anche la testimonianza dell’amica del cuore della ragazza, a conoscenza delle chat tra docente e allieva, ricevute come screenshot a partire sempre dalla fine dello scorso anno, riporta Il Messaggero.
«Un giorno, mi ricordo, io stavo sulle scale. Le ho viste mentre si baciavano», ha raccontato l’amica della presunta vittima. Non un bacio casto, precisa; un bacio vero, prima sulla guancia e poi sulla bocca. Non ha dubbi il gip: il consenso della vittima minore di sedici anni non esclude la violenza. Da ritenersi aggravata, in questo caso, dal «rapporto fiduciario che pone l’agente in una condizione di preminenza e autorevolezza idonea a indurre il minore a prestare consenso».