Ieri mattina sono scattate le manette anche per Gennaro Esposito in una villetta a Castel Volturno, proprio in occasione del suo onomastico. Il ventenne fedelissimo del boss di Bagnoli, Massimiliano Esposito, era sfuggito alle manette del blitz del 17 settembre, inerente all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 esponenti del clan Esposito-Nappi.
Il viaggio di Sesè nella Masseria Cardone
Secondo l’ordinanza di custodia cautelare il giovane, detto Sesè, il 25 settembre 2022 si sarebbe recato a Scalea dove il boss ‘o scugnato stava scontando gli arresti domiciliari. Un altro episodio importante, avvenuto a pochi giorno dopo, quando Esposito avrebbe accompagnato Massimiliano Jr nella Masseria Cardone a Secondigliano per incontrare Luigi Carella, colonello e fedelissimo di Maria Licciardi, nell’ottica di una possibile alleanza con il clan Vollaro.
Inoltre Gennaro Esposito sarebbe finito al centro delle attenzioni criminali di Quelli di Fuorigrotta del clan Troncone come rivelato dal fratello di Sesè al boss Massimiliano Esposito: “Dovevano spararlo in testa“. Intanto le forze dell’ordine cercano proprio ‘o scugnato che è sfuggito al maxi blitz anti camorra.
IL blitz contro il clan Esposito
Lo scorso 17 settembre la Polizia di Stato di Napoli, su delega del Procuratore della Repubblica del Capoluogo campano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tredici esponenti di un clan Esposito-Nappi, operante nei quartieri di Bagnoli, Agnano e nelle aree limitrofe.
I destinatari del provvedimento risultano gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, detenzione di armi, comuni e clandestine, e porto il luogo pubblico delle stesse, ricettazione e favoreggiamento personale, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Il legame con l’Alleanza di Secondigliano
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato Bagnoli, hanno documentato come il clan fosse in grado di gestire le principali attività delittuose nella zona di influenza criminale sotto l’egida della Alleanza di Secondigliano, in virtù di radicati rapporti che legano alcuni dei suoi principali esponenti al clan Licciardi.
Le guerre tra clan
In una continua alternanza di alleanze e guerre con i gruppi criminali contrapposti per il predominio territoriale nell’area flegrea, il clan Esposito-Nappi ha gestito una fiorente attività di spaccio di hashish curando ogni fase della filiera del narcotraffico, dall’approvvigionamento di ingenti quantitativi fino alla cessione al dettaglio.
Uno dei principali business nei quali la compagine criminale è stata coinvolta è rappresentato dalla gestione dei parcheggi abusivi nell’area di Bagnoli e dei locali notturni che animano il quartiere flegreo. Le indagini, infatti, hanno documentato come gli esponenti del clan obbligassero, minacciandoli, i parcheggiatori abusivi a corrispondere loro ingenti somme di denaro per poter continuare a svolgere la loro attività, con introiti che raggiungevano anche i 5mila euro al giorno e che andavano a rimpinguare la cassa comune dell’organizzazione.