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venerdì, Aprile 26, 2024
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Triplice omicidio a Mugnano:«Seppelliti vicino al cimitero»

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Furono uccisi ed i loro corpi seppelliti in una fossa comune nei pressi un cimitero alle porte di Mugnano, schiacciati da un bobcat usato per «cancellare i rifiuti radioattivi». Per il triplice omicidio di Francesco Russo ‘o doberman, del figlio Ciro e di Vincenzo Moscatelli tre giorni fa (come riportato da Internapoli) la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Francesco Biancolella. Eppure quella storia, quella stagione di sangue, rivive nelle parole dei collaboratori di giustizia che hanno fatto luce su quel matrimonio di interessi tra gli Scissionisti e i Lo Russo.

Prima lo champagne e una guantiera di pasticcini, poi qualche chiacchiera di lavoro, a proposito di piazze di spaccio e di prezzi da imporre agli stock di cocaina, poi la mattanza. Sparano in tre quel giorno, due furono uccisi in ginocchio, il capo – il vero obiettivo dell’agguato – fu colpito da due colpi di pistola alla testa. A raccontare tutto è stato il pentito fu Antonio Caiazzo, ex boss del clan degli Scissionisti. Nel verbale del febbraio del 2016 Caiazzo spiegò  i particolari dell’agguato. «Fu Cesare Pagano a indicarmi il posto dove dovevano recar-mi per andare a pulire la casa dove era stato compiuto l’omicidio. Io non conoscevo neanche i nomi dei morti. Quando sono entrato c’era sangue ovunque e un cadavere a terra con due colpi in testa. Poi ho saputo essere Francesco Russo detto doberman, suo figlio inginocchiato su un lettino e l’altro a terra ma con la testa sul di-vano – dice Caiazzo – Non c’era nulla per poter pulire la casa, cosi’uscii e andai a comprare i secchi per lavare a terra, la varechina, i guanti e le buste di plastica. Una volta ripulito tutto denudammo i cadaveri e li mettemmo nel cellophane». Il pentito spiega di aver caricato i corpi in un’auto e di aver bruciato i vestiti in un terreno a Mugnano.

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