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venerdì, Aprile 26, 2024
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Uccise il poliziotto di Pozzuoli in Questura, assassino assolto perché incapace di intendere

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Alejandro Meran, il dominicano che il 4 ottobre 2019, accompagnato per accertamenti in questura a Trieste uccise due poliziotti non era in grado di intendere e volere. Per questo la pm Federica Riolino ha chiesto – “non a cuor leggero” – l’assoluzione per aver commesso il fatto in stato di non imputabilità per Alejandro Augusto Stephan Meran. L’uomo è accusato di aver ucciso gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta in una sparatoria in Questura a Trieste.

Alejandro Meran dichiarato incapace di intendere e di volere

La richiesta è arrivata al termine di una requisitoria di circa un’ora davanti alla Corte d’Assise di Trieste. Riolino, sottolineando la “grande pericolosità sociale” di Meran, ha chiesto l’applicazione di una misura di sicurezza “in una struttura idonea”. La perizia psichiatrica richiesta dalla Corte aveva escluso “totalmente la capacità di volere” di Meran. La pubblica accusa ha dunque accolto l’esito della perizia psichiatrica bis che ha rovesciato le sorti del processo salvando Meran da un ergastolo sicuro per l’omicidio dei due poliziotti e per il ferimento di altri otto colleghi. Secondo la nuova perizia, già al momento del suo fermo, Meran soffriva di una forma grave di schizofrenia e di un delirio persecutorio. Quanto basta a sancire la non punibilità del suo operato

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Le dichiarazioni del procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo

E’ una ferita per tutti, non solo per la Polizia. Ma il processo è lo strumento riparatorio. Abbiamo seguito le logiche del processo penale come strumento democratico“, ha detto il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo. “Questo è un assassinio“, ha sottolineato De Nicolo, e nei processi “capita spesso di ricorrere alla scienza“. Gli accertamenti “vanno fatti da psichiatri. “Mi rendo conto che la conclusione smentisce le intenzioni accusatorie, ma il pm non può nascondere la verità dei fatti, deve esibire tutto quello che fa“. “La parola ‘assolve’ – ha concluso – non è un’ingiustizia perché non ho mai visto un assolto che deve stare tutta la vita in una Rems, come Meran“. Non sarà “una conclusione appagante, ma questo ci consente il codice di procedura penale“.

Il racconto degli omicidi per mano di Meran

Già la madre dell’uomo aveva raccontato agli inquirenti che la sera prima del suo fermo Meran sentiva delle voci e sosteneva che qualcuno voleva ammazzarlo. Tutto nasce dal furto di uno scooter ad una ragazza. E’ il fratello di Meran a telefonare in questura e a denunciare il fratello chiedendo agli agenti di recarsi a casa sua perchè l’uomo soffre di disturbi psichici. Una volante si reca a casa di Meran e lo porta in questura. Ma è lì che, chiedendo di potere andare in bagno, Meran riesce a sottrarre la pistola all’agente Pierluigi Rotta – originario di Pozzuoli – e fa fuoco uccidendolo. Seguono momenti drammatici con fuga e inseguimento nei locali della questura dove l’uomo, impadronitosi di una seconda pistola, continua a sparare all’impazzata uccidendo un secondo agente e ferendo altri otto poliziotti prima di essere ferito a sua volta e bloccato.

 

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