Sta facendo particolarmente discutere la scelta in secondo grado per Elena Gioia e Giovanni Limata, la coppia di fidanzati rei di aver ucciso il padre di lei: sconto di pena di sei anni.
La scelta della Corte sul caso Aldo Gioia
A quasi tre anni dall’assassinio di Aldo Gioia, ucciso sul divano di casa dalla figlia Elena e dal suo fidanzato Giovanni Limata, la Corte d’Assise di Napoli decide in secondo grado lo sconto di pena. In primo grado erano infatti stati assegnati 24 anni di reclusione a testa per i due assassini, ora la Corte scende a 18 anni a testa. Una scelta che sta facendo discutere date anche le modalità d’omicidio particolarmente efferate. Inoltre durante le immagini è emerso che la coppia premeditava di uccidere anche la mamma e la sorella di Elena.
La Corte ritiene però che Giovanni Limata sia parzialmente incapace di intendere e di volere. Nel caso di Elena Gioia le circostanze attenuanti sono state ritenute prevalenti sulle aggravanti. Non è escluso che, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, la Procura generale possa ricorrere per Cassazione.
I fatti
All’epoca del delitto Elena Gioia aveva 18 anni e Giovanni Limata 23. Aldo Gioia, di 53, non vedeva di buon occhio il rapporto tra i due giovani. Massacrato a coltellate mentre dormiva sul divano. Subito dopo l’omicidio Elena raccontò di un’aggressione a scopo di rapina. Ben presto però la polizia scoprì la verità. Il fidanzato fuggì e fu rintracciato nelle ore successive.
L’omicidio è avvenuto in pieno centro, in corso Vittorio Emanuele, e suscitò un clamore enorme. Aldo Gioia infatti era molto conosciuto e amato in città. Secondo molti, Elena non poteva desiderare la morte del padre e dunque era stata plagiata. I giudici di primo grado, tuttavia, avevano fatto valutazioni diverse, condannando i due imputati alla stessa pena.
