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venerdì, Aprile 26, 2024
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SI DIMETTONO IN 11, SCIOLTO IL CONSIGLIO DI CALVIZZANO

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A CASA UN’ALTRA ASSEMBLEA. IL SINDACO AVEVA GIA’ RASSEGNATO LE DIMISSIONI



AMEDEO PUGLIESE



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CALVIZZANO – Con le dimissioni contemporanee di undici consiglieri comunali sui venti in carica, si è decretato lo scioglimento del Consiglio comunale di Calvizzano, a meno di due anni dalla vittoria elettorale del giugno 2001. Alla fine di un week-end frenetico si è giunti alla «denestrazione» del sindaco Mario Morra. Il documento che sancisce la fine della consiliatura è stato sottoscritto da una maggioranza trasversale di consiglieri che hanno denunciato «la mancanza di condizioni oggettive per completare il mandato».
Ufficialmente lo scioglimento è stato decretato per «le dimissioni rassegnate contestualmente e contemporaneamente, alla presenza del segretario generale del comune che ha assistito all’apposizione delle firme da parte dei singoli consiglieri». In realtà il gesto dei consiglieri è successivo rispetto ad una lettera di dimissioni del sindaco Morra, protocollata poche ore prima; con la differenza, però che le dimissioni del primo cittadino non hanno valenza e esecutività immediata, essendo previsto un lasso di tempo di venti giorni entro cui il sindaco è chiamato a confermare o revocare il proprio atto. Per le dimissioni dei consiglieri, invece, la situazione è differente, poiché comportano la fine automatica della consiliatura.
Lo scioglimento del Consiglio giunge a conclusione di venti mesi molto tormentati per l’amministrazione, segnati sin dall’inizio da forti dissidi interni; appena un mese dopo le elezioni ci fu la defezione di tre consiglieri di maggioranza, passati all’opposizione, lasciando al sindaco Morra una risicata maggioranza (11 contro 10). Nello scorso mese di settembre, poi, ci fu il rientro dei tre fuoriusciti, mentre cominciavano a prendere le distanze dall’amministrazione altri due consiglieri di maggioranza. La mancanza di stabilità interna, alla ricerca di un equilibrio che si è sempre dimostrato fragile, è testimoniato anche dal numero di giunte comunali nominate e poi revocate dal primo cittadino: sono quasi venti in tutto, alcune delle quali hanno resistito per meno di una settimana.
La situazione, già delicata, è precipitata nell’ultimo mese, in seguito alla mozione di sfiducia nei confronti dell’ex difensore civico Ciro Lattero, presentata dall’opposizione e votata anche da gran parte della maggioranza. La reazione del sindaco è stata l’immediato azzeramento della giunta e la valutazione della tenuta interna della squadra, che invece ha portato alla rottura definitiva.
Intanto si è insediato il commissario prefettizio Maria Elena Stasi che assolverà all’incarico fino alle prossime elezioni. Proprio la data della prossima tornata elettorale è il rebus da sciogliere:il commissario farà sapere oggi stesso se è possibile votare il prossimo mese di maggio o se tutto è rimandato alla primavera del 2004.
L’opinione pubblica a questo punto si presenta spaccata, tra chi è stato sostenitore fino alla fine del sindaco Morra e chi non ne ha condiviso l’operato. In queste ultime ore, poi, circolano voci circa i retroscena che hanno accompagnato gli ultimi giorni della consiliatura, come il tentativo di trovare una nuova maggioranza in consiglio, diversa da quella uscita dalle urne. «Non abbiamo accettato l’idea di cambiare la coalizione iniziale – dichiara l’ex consigliere Gianluca Ferrillo – perciò abbiamo presentato le dimissioni. La maggioranza era unica e doveva rimanere tale, senza accettare personaggi che avevamo osteggiato».
Diversa la posizione di Antonio Migliaccio, sempre schierato dalla parte del sindaco, che afferma: «Stavamo vagliando l’ipotesi di formare una maggioranza diversa, con una giunta esterna, che potesse essere gradita al Consiglio comunale, ma le enormi differenze all’interno della coalizione non lo hanno consentito».





IL MATTINO 25 FEBBRAIO 2003

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