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martedì, Aprile 30, 2024
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RIFIUTI, LO STUDIO DEL CNR IN CAMPANIA:
IL NESSO TRA DISCARICHE E MALATTIE

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Avere dei dati più attendibili circa gli eventuali danni alla salute delle persone che abitano nelle vicinanze di discariche e di siti di versamento illegali: è questo l’obiettivo che si propone di raggiungere lo studio che ha intrapreso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. La ricerca, chiamata SEBIOTEC, avverrà su un campione di 900 persone appartenenti a 16 diversi comuni della Campania e sarà coordinata dal professor Fabrizio Bianchi del Cnr di Pisa. Grazie allo studio si potranno dare più elementi conoscitivi sui sospetti di danni alla salute su alcuni gruppi di popolazione messi in evidenza dalle indagini già condotte nei mesi scorsi dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’ Istituto Superiore della Sanità e dallo stesso Cnr. L’indagine è cominciata il 21 dicembre dello scorso anno e darà i primi risultati a fine 2008. Lo studio vuole misurare nelle 900 persone la presenza di alcune sostanze pericolose come le diossine, i Pcb, i metalli pesanti (mercurio, cromo e piombo) sia con analisi del sangue sia del latte materno. Sulla base della precedente indagine dell´Oms che aveva indicato cinque categorie di “attenzione” legate alle discariche di rifiuti ora la ricerca del Cnr andrà alla ricerca di prove biologiche per capire se gli inquinanti organici persistenti hanno un impatto sulla salute della popolazione e in che misura. Secondo il primo studio effettuato in Campania non esistono elementi scientifici che certifichino il nesso diretto tra rifiuti e insorgenza di malattie anche se sono sotto osservazione alcune “zone grigie” nelle quali non si può escludere l’esistenza di particolari situazioni e concause che possano aver inciso negativamente come lo sversamento illegale e non controllato di rifiuti speciali o pericolosi. Gli studiosi hanno precisato che non si possono escludere l’esistenza di particolari situazioni di esposizioni a sostanze chimiche provenienti da rifiuti tossici non correttamente o legalmente smaltiti che hanno potuto colpire limitati gruppi di persone in situazioni particolari. Si tratta, comunque, secondo le prime analisi, di situazioni particolari, che devono considerarsi circoscritte a determinate zone. La situazione, però, potrebbe essersi acuita a seguito della grave crisi che ha colpito la Campania tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 quando nelle strade di molti comuni campani erano presenti circa 250mila tonnellate di rifiuti. Oggetto dello studio del Cnr sarà anche una recente consultazione internazionale coordinata dall’Oms Europa sugli effetti sanitari delle esposizioni connesse a discariche e inceneritori. Tra queste vi è l’associazione tra residenza nelle vicinanze di una discarica o di un inceneritore e gli effetti sulla salute. In particolare è stato accertato che nel caso di impianti di incenerimento di nuova generazione le tecnologie impiegate, se ben gestite, producono emissioni di sostanze nocive marcatamente inferiori a quelle di vecchio tipo. Questo nuovo studio del Cnr farà seguito a quelli già compiuti dall’ottobre 2006 al luglio 2007 nei 196 comuni delle province di Napoli e Caserta, su incarico del Dipartimento di protezione civile. Anche in base a quello studio il nesso di casualità non è stato dimostrato ma soltanto ipotizzato. Bisognerà comunque attendere la fine di quest’anno per avere dei dati più certi su quali tipi di danni abbia provocato l’emergenza rifiuti nella Regione Campania.

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