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domenica, Giugno 16, 2024
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RIAPRE LA DISCARICA RESIT, GIUGLIANO IN RIVOLTA

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Chiuso il cdr di Caivano, i rifiuti non differenziati arrivano alla discarica Resit


dall’inviato a

TRE PONTI PARETE (tra GIUGLIANO E PARETE)



– Rifiuti, è di nuovo emergenza a Napoli e provincia. Circa 200 persone hanno bloccato ieri mattina l’ingresso dei camion alla discarica Resit, in località Tre Ponti a Giugliano. In breve tempo, una lunga colonna di tir si è formata davanti ai cancelli dell’impianto: oltre 2 chilometri e mezzo di coda. A scatenare la protesta è stata la decisione del Commissariato di Governo di aprire la Resit (formalmente riservata allo smaltimento dei rifiuti tritovagliati secchi) ai rifiuti solidi urbani “tal quale”, cioè senza selezione. “Siamo stati costretti, il cdr di Caivano funziona a rilento: non possiamo lasciare la spazzatura in strada” dicono dal Commissariato. “E’ una vergogna – accusano i manifestanti – si era detto che le discariche non sarebbero più state riaperte e che il carico di rifiuti sull’area sarebbe diminuito”. Un’intera giornata di trattatative, tensioni e polemiche. Cittadini, amministratori locali e ambientalisti hanno bloccato i cancelli dell’invaso fino alle 16.30, quando la polizia ha sgomberato il picchetto. I camion sono rimasti in coda fino al tardo pomeriggio in attesa di vuotare il carico di rifiuti.

LA GIORNATA – Il lungo sabato santo di Giugliano inizia all’alba, intorno alle 6 del mattino. In fila davanti alla discarica Resit (gestita dal consorzio di Bacino Na 3) ci sono i tir della Nu di quattordici Comuni. Generalmente conferiscono i rifiuti al cdr di Caivano, attualmente a ritmo ridotto per “mancanza di personale”(in ferie dopo l’ordinanza di chiusura emessa dal sindaco Semplice). Per quattro ore, i lavori di scarico proseguono a ritmo serrato. Poi si organizza la protesta. In strada scendono i comitati “Ponte Riccio”, “Aria Pulita” e “Giugliano per la vita”. In testa il sindaco di Parete, Pietro Volpe. I manifestanti sbarrano la strada ai camion, bloccano i cancelli della discarica. “Si era deciso che alla Resit sarebbero arrivati solo rifiuti tritovagliati trattatati con enzimi – afferma Volpe – . Non è possibile che ogni qualvolta si verifica un’emergenza, si trova una soluzione a Tre Ponti. Questo territorio da una ventina d’anni subisce gli effetti negativi della politica adottata in materia di rifiuti. La discarica era stata chiusa ed ora viene riaperta improvvisamente per accogliere immondizia tal quale: è assurdo”. Volpe sottolinea che “in Campania ci sono anche altre discariche che potrebbero essere utilizzate per l’emergenza. Perché si pensa sempre e solo a quest’area?”. Sul posto arrivano gli uomini del Commissariato di polizia di Giugliano, diretti dal vicequestore Alberto Francini. Alle 11.30 una delegazione ottiene il permesso di fare visita alla discarica. “Non abbiamo nulla da nascondere – dichiara Mimmo Pinto, presidente del Bacino Na 3 e responsabile della Resit – all’interno del sito usiamo tutte le precauzioni e gli accorgimenti prescritti dalla normativa, questa è una discarica sicura”. Alle 12.30 arriva il subcommisario Giulio Facchi. Gli animi si accendono, la contestazione prosegue. Facchi riceve una delegazione. “Siamo in stato di emergenza – spiega – comprendiamo i disagi, ma attualmente non ci sono altre soluzioni”. Arriva anche il sindaco di Crispano, Carlo Esposito, e quello di Frattaminore, Massimo Del Prete. Il dibattito si fa rovente, si cerca una difficile risoluzione del nodo. “Chiediamo solidarietà – spiegano i due sindaci – non possiamo continuare ad accantonare rifiuti in strada”. La Resit diventa la piazza di un incendio verbale, un vulcano che erutta polemiche. “Stiamo stanchi di essere solidali – sentenzia Tilde Adamo, presidente del comitato Ponte Riccio – sono anni che ci sentiamo chiedere un ultimo contributo all’emergenza; ci assicurano che null’altro ci verrà chiesto, salvo poi ritrovarsi con nuove discariche e piattaforme di stoccaggio”. Intanto arriva l’Asl che chiede interventi migliorativi per il trattamento enizimatico della discarica. La protesta prosegue, davanti ai cancelli vengono piazzate le auto. Poi però l’arrivo di nuovi poliziotti sollecita i manifestanti a desistere. “E’ solo per oggi” promette Facchi. Alle 16.40 si riaprono i cancelli della discarica: gli autisti, dopo ore di attesa, si affrettano a svuotare il carico dei tir. Il subcommissario raggiunge un accordo con i comitati: chiusura della discarica in serata e un incontro fissato per martedì prossimo. Non basta tuttavia a placare il clima incandescente, incattivito dalle invettive intinte nei veleni d’ una campagna elettorale che già si è aperta.

L’EMERGENZA
– Se per ora è stata rimossa la spazzatura dalle strade, l’emergenza non è di certo finita. Mentre giorno dopo giorno si tampona un imprevisto, si tappa una falla, si rattoppa uno strappo, si rifiata per poche ore, avanzano inesorabilmente nuove emergenze. Il temporaneo stop del cdr di Caivano e le relative conseguenze dimostrano tutta la debolezza del sistema rifiuti: se si spezza un anello, salta tutto. Il vero problema è che in Campania il piano di smaltimento è zoppicante. Ci sono i sette cdr, mancano i termovalorizzatori, la raccolta differenziata viaggia su percentuali vicinissime allo zero.

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In attesa dei termovalorizzatori

LO STOCCAGGIO DELLE ECOBALLE E’ LA NUOVA EMERGENZA




NAPOLI (u . fer.)
– Stoccaggio del cdr, nuova emergenza per il Commissariato di Governo. Il precario equilibrio del sistema rifiuti in Campania rischia di saltare da un momento all’altro. Infatti, in attesa che vengano realizzati i termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria La Fossa, le ecoballe (circa una tonnellata e 400 chili ciascuna) dovranno essere stoccate. Una buona parte è a Giugliano: oltre alla vecchia area di Tre Ponti Parete, sono depositate alla Resit e in altre aree spianate. Sta di fatto che il combustibile derivato dai rifiuti è diventato un incubo. Si calcola che in due anni se ne accumuleranno circa tre milioni e mezzo di tonnellate. Da bruciare. La Fibe ha poco tempo per realizzare e mettere in funzione i termovalorizzatori, investendo circa 1200 miliardi di vecchie lire con il project financing. Dagli inceneritori di Acerra e Santa Maria dipende tutto il piano Rastrelli.

IL SISTEMA –
La Fibe è la società vincitrice dell’appalto per la gestione dei rifiuti in Campania. Della Fibe Spa , proprietà del gruppo Fiat, fanno parte altre aziende con diverse funzioni: Fisia per l’impiantistica, Impregilo per le strutture, le tedesche Babcock Borsig Power per la edificazione dei termovalorizzatori e Evo per la conduzione e gestione degli impianti. I cdr di Pianodardine, Caivano, Giugliano, Casalduni, Tufino, Battipaglia e Santa Maria Capua Vetere vanno quasi tutti a pieno regime. Sono un pezzo importante del sistema, ma senza tutto il resto sono destinati a bloccarsi. Innanzitutto la raccolta differenziata. Oggi potrebbe essere l’unica via di scampo all’assedio selvaggio di tonnellate di spazzatura trattate nei cdr che rischiano il sovraccarico.

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