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lunedì, Maggio 20, 2024
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QUALIANO, ASSALTO ARMATO ALLE POSTE

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Camion ariete contro le poste: banditi in fuga con 40 mila euro. Pedoni e automobilisti in ostaggio sotto la minaccia delle armi

dall’inviato a piazza Rosselli – QUALIANO


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QUALIANO – Assalto armato alle poste di Qualiano, banditi in fuga con 40 mila euro.
Un commando di sette o otto persone ha messo a segno ieri mattina un colpo ai danni dell’ufficio postale di piazza Rosselli, in pieno centro. Canovaccio criminale solito, con alcune inquietanti variazioni sul tema: i banditi hanno sfondato l’accesso laterale alle Poste con un ariete di ferro montato su di camion, hanno tenuto in ostaggio tutte le auto e i pedoni che si trovavano a passare di lì, hanno imprigionato l’intero centro urbano sotto la minaccia delle armi. Bottino alla mano, sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. E’ durato solo cinque minuti, sembrava un’eternità. “Erano dei professionisti” dicono in piazza Rosselli. Freddi, impassibili. Hanno calcolato tutto fin nei minimi dettagli.

LA CRONACA –
Qualiano, 11.10 di ieri mattina. L’ufficio postale è stracolmo: è il primo giorno utile per il ritiro delle pensioni dopo il ponte del 2 giugno.
Due malviventi usano un Turbo Daily bianco per fare irruzione nei locali, sfondando l’ingresso secondario riservato ai dipendenti e ai portalettere. Sul cassone posteriore del mezzo è stata saldata una trave in ferro di grosse dimensioni: un vero e proprio ariete. Basta un solo colpo a retromarcia per buttare giù il portone blindato. Gli altri criminali sbucano dal nulla, piombano in strada e intimano l’alt ad auto e pedoni. Sono sette in tutto, otto al massimo. Mascherati, con armi da guerra e fucili in pugno, sono pronti a un blitz da consumare in fretta. Lavoro rapido, veloce, indolore. Due banditi restano in strada: bloccano piazza Rosselli da via Di Vittorio e da via Santa Maria a Cubito, tengono decine di automobilisti fermi sotto la minaccia delle armi. Altri due o tre aspettano a bordo di due macchine con i motori accesi. Gli ultimi tre fanno irruzione nell’ufficio postale. “Dateci i soldi” ordinano ai dipendenti, tradendo un’evidente cadenza napoletana. Il tono non lascia spazio a dubbi e ripensamenti. In pochi secondi arraffano i soldi delle pensioni (circa 40 mila euro). Non riescono, però, ad impossessarsi dei 10 mila euro custoditi in cassaforte.
Restano granitici e impassibili; si scambiano solo qualche rapido sguardo. Il tutto dura una manciata di minuti. Ad attenderli in strada c’è il resto del commando. Una volta fuori, saltano a bordo delle due auto (una sembrerebbe essere una Lancia K blue) e fuggono in via Santa Maria, in direzione della Circumvallazione Esterna.
LE INDAGINI – Sul posto accorrono i carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Gianluca Trombetti e dal tenente Orazio Ianniello. In volo si alzano gli elicotteri, arrivano anche i vigili del fuoco. I militari istituiscono diversi posti di blocco in tutto il Giuglianese. Vengono fermati alcuni giovani in via Palermo, a Villaricca. Poi però vengono rilasciati: non hanno nulla a che vedere con la rapina. Poche le indicazioni che ha saputo dare la gente. “Nessuno dice di aver visto” spiegano rammaricati i carabinieri. Gli investigatori stanno ora esaminando gli archivi alla ricerca di foto segnaletiche e articoli. Si cercano analogie con colpi precedenti avvenuti in altre zone dell’hinterland (la rapina messa a segno è molto simile a quella compiuta ai danni delle poste di Villaricca lo scorso 3 marzo). Che si sia di fronte ad habituè del crimine appare fuori discussione: la tecnica utilizzata, la confidenza con i gesti tipici dei rapinatori, una cinica volontà.







Assalto alle Poste: molti testimoni ma bocche cucite


QUALIANO (U. Fer.)Chi li ha visti? Molti, non ci sono dubbi. I banditi che ieri mattina hanno rapinato l’ufficio postale di Qualiano hanno avuto sicuramente parecchi testimoni tra i clienti, i commercianti e le persone che affollavano la piazza principale della cittadina. Ma nessuno sembra avere visto. O, almeno, nessuno si è fatto avanti per fornire una qualsiasi indicazione sul commando armato. “Solo risposte evasive” spiega amareggiato il capitano Gianluca Trombetti che coordina le indagini. I militari della Compagnia di Giugliano non sono comunque pessimisti. In mano avrebbero alcuni buoni elementi per arrivare ai sette, otto balordi che hanno tenuto col fiato sospeso un intero paese. Davanti ai cronisti gentilezza massima, ma riserbo impenetrabile su particolari che potrebbero dare una svolta all’inchiesta.


Di sicuro si tratta di banditi professionisti. Hanno atteso il martedì – giorno di chiusura del bar “Chantal” adiacente alle poste – per mettere a segno la rapina: un indizio non trascurabile. Prima di entrare in azione con il camion-ariete, hanno parcheggiato un’auto proprio di fronte all’ufficio postale, in corrispondenza dell’entrata che poi avrebbero sfondato. Sono così riusciti a garantirsi il parcheggio per il tir. Una volta piazzato il Turbo Daily (poi risultato rubato alcuni giorni fa), si sono fatti spazio tra la gente che affollava il marciapiede. “Spostatevi, dobbiamo fare un lavoro” hanno detto, spacciandosi per operai. Per agevolare la retromarcia, con la quale avrebbero fracassato il portone blindato, hanno sistemato una tavola di legno tra il marciapiede e la strada. In tutta tranquillità, senza tradire un minimo di preoccupazione. E’ stato un gioco da ragazzi. “Ho sentito le urla della gente dal balcone di casa mia, che è di fronte l’ufficio postale” racconta Maria A., 60 anni. “Sarei dovuta andare in posta entro pochi minuti: se solo ci penso, mi vengono i brividi”. Non sono mancati i malori: due dipendenti sono stati trasportati all’ospedale civile di Giugliano. Niente di grave, per fortuna.

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