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domenica, Aprile 28, 2024
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Così il pesce topo diventa merluzzo

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Quei soffici «cuoricini» di merluzzo altro non erano che filetti di volgarissimo pesce topo atlantico congelato. I gustosi «bianchetti del golfo» in realtà si confondevano con enormi quantità di novellame pescato nei pantani della Cina o del Vietnam. Dalla Grecia, poi, arrivavano ogni giorno orate, saraghi e spigole senza etichetta, allevate cioè senza la minima garanzia e conservate da tempo indefinibile. A Napoli il primo sequestro nell’ambito della massiccia operazione di controllo che per cinque giorni ha toccato non soltanto porti e mercati, ma anche scali aerei, strutture commerciali all’ingrosso, centri di distribuzione nazionale. Nel mirino della Guardia Costiera anche impianti di mitilicoltura e centri di stabulazione per la vendita di cozze e altri frutti di mare. Complessivamente eliminate 63 tonnellate di prodotti ittici avariati, proibiti o comunque di dubbia provenienza (non meno di un milione di euro il valore commerciale). «Un’operazione esemplare, che sarà ripetuta periodicamente, in difesa dei consumatori», ha commentato il ministro per le politiche agricole e alimentari, Luca Zaia, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella capitale. Ma torniamo alle delizie sequestrate a Napoli, terminal più importante del piano denominato «Fly fish». Nella rete della guardia costiera è arrivato di tutto. «Oltre che di astuzia, questi trafficanti non mancavano evidentemente di fantasia», dice l’ammiraglio Domenico Picone, comandante del dipartimento marittimo della Campania. Il pesce topo, citato all’inizio, è una specie ancora poco conosciuta dell’Atlantico, poche spine, carne bianca ma quasi insapore, mai sinora importato sui nostri mercati. E così in centinaia di pescherie, già invase da prodotti congelati scadenti di ogni specie, negli ultimi mesi sono comparse confezioni di bocconcini di pesce, incolore ma spinato, già pronte per l’uso (una manna per le massaie che hanno fretta di servire in tavola), costo non più di sei o sette euro al chilo. E nelle cucine dei ristoranti fritturine di false fragaglie, generiche insalate di mare, improbabili bastoncini di aliput o innocente platessa. Un giro fraudolento destinato ad allargarsi senza l’intervento del ministero, se si considera che la domanda di pesce e crostacei, nonostante i colpi della crisi, è sempre sostenuta, sia nella spesa quotidiana degli italiani che nei ristoranti delle località caratteristiche marinare. Nel corso dell’operazione effettuata in Campania sono stati controllati anche allevamenti e centri di distribuzione all’ingrosso. Problemi per le vasche di depurazione di Ischitella, collegate allo specchio d’acqua del lago Patria. Sequestrati ricci, datteri, tartufi conservati in condizioni igieniche precarie. Nel corso di un blitz disposto nel periodo natalizio all’interno dei mercatini rionali, va ricordato, gli uomini della guardia costiera sequestrarono ingenti partite di merce avariata o contrabbandata sotto false etichette. A Napoli furono arrestati quattro commercianti sorpresi a vendere spigole, cozze e fasolare avariate.


FRANCO MANCUSI

Il Mattino 11/03/09

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