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sabato, Aprile 27, 2024
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Dolore e tre lunghi applausi la folla urla «Ciao Roberto»

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Non c’è più spazio neppure in piedi nella chiesa della Madonna dell’Arco. Piena anche la piazza. La comunità di Villaricca è incredula, stordita, confusa dal dolore per la morte di Roberto Landi. È una famiglia storica, quella dei Landi, benestante e benvoluta in questa cittadina che alla fine degli Anni 60 contava meno di 8mila abitanti e oggi sfiora i 30mila. Tutti conoscevano Roberto, l’ex assessore, il consigliere comunale, il manager del centro diagnostico sempre affabile, disponibile. Moglie e figli seduti in prima fila davanti all’altare, al fianco i cinque fratelli, a terra la bara coperta di fiori, ai piedi dell’altare due vigili in alta uniforme e il gonfalone del Comune che ha proclamato il lutto cittadino. «Una morte inspiegabile e assurda, per questo il lutto è in casa di tutti noi, ci sentiamo feriti», sussurra un anziano. Un dolore composto, il pianto soffocato in gola, le lacrime trattenute. Ma quando la bara viene sollevata per il corteo nelle navate riecheggia una voce di donna: «Ciao Roberto». Ed è un lungo applauso che si estende a tutta la chiesa. Per tre volte capita la stessa cosa: quando la bara portata a spalla esce dal portone, quando la bara viene adagiata nel carro funebre. Un segno di affetto e di partecipazione. Parte il corteo e ricomincia la ridda di voci. «Chi è stato, maledetto, e perché?», la domanda che corre di bocca in bocca. C’è chi chiede al sindaco, chi ai giornalisti. Qualcuno invoca una conferma: «È vero che hanno preso gli assassini e che tra poco diranno anche i nomi?». «Mille pensieri, mille ipotesi – dice nell’omelia il parroco don Gaetano Bianco – ma nessuna risposta». Don Gaetano, nato e cresciuto a Villaricca, conosce le anime che gli sono state affidate, non ama i toni forti e per questo più che effetti speciali alle parole cerca di dare un senso, un valore di testimonianza anche nell’omelia. «Roberto – ricorda il parroco – aveva come progetto fondamentale la famiglia, era la dimensione profonda che gli riempiva la vita. Poi veniva tutto il resto, il centro diagnostico, il lavoro. Ha fatto molte cose per gli altri. Chi si rivolgeva a lui non andava via a mani vuote, in ogni caso dava il suo impegno, la sua disponibilità, si dava da fare». Don Gaetano ha organizzato per stasera un’ora di preghiera e riflessione in parrocchia. «Sì – spiega – ho riservato a un momento successivo questo passaggio. La famiglia ha bisogno di tranquillità. Roberto credeva nei suoi valori fino a dare la sua stessa esistenza. Quando ci incontravamo mi diceva: parroco se c’è bisogno per la Caritas fatemi sapere, sono a disposizione». È in chiesa che parla anche il sindaco Lello Topo, poche parole perché è commosso. Tra il sindaco e Landi c’è stato un lungo periodo di perfetta sintonia, non solo durante l’incarico in giunta. «Esperienza tragica – attacca il sindaco – È la prima volta che dichiaro il lutto cittadino. Non solo dolore e rabbia. Siamo indignati. Che la giustizia colpisca in modo duro e pieno. Per noi Roberto Landi resta un esempio di disinteresse e disponibilità».(G.C. Il Mattino)

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