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giovedì, Maggio 2, 2024
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Agguato nel parcheggio del bar “Agua Negra”

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E’ stato freddato da dieci colpi di pistola in pieno volto mentre era nella sua auto. Così è morto Carmine Campana, 51 anni, originario del comune di Pozzuoli, dov’era impiegato come dipendente comunale. L’agguato è stato eseguito nella tarda mattinata di ieri nel parcheggio del wine bar ‘Agua Negra’ in via San Nullo a Licola, di fronte l’uscita dell’asse mediano. (guarda il video su Youtube) La dinamica farebbe pensare ad un omicidio di stampo camorristico, ma saranno gli inquirenti della Squadra mobile e del commissariato di Giugliano-Villaricca, coordinati dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Claudio Siracusa, a fare luce sui motivi che hanno portato all’assassinio del 51enne. Sono circa le 12:45 quando Campana, dopo aver trascorso una decina di minuti nel bar a chiacchierare con alcuni amici, decide di andarsene. Sale a bordo della sua Smart di colore blu e grigio, parcheggiata all’interno dello spiazzale del locale, delimitato da un cancello di colore marrone, in quel momento aperto. Chiude la porta della vettura, non fa nemmeno in tempo ad accendere la macchina che viene centrato da dieci colpi di pistola calibro 7,65. Sette lo colpiscono al volto, tre al petto. I sicari, giunti sul luogo del delitto in sella ad una motocicletta di grossa cilindrata, avevano i caschi integrali. Probabilmente lo avevano osservato da lontano, hanno aspettato il momento giusto per entrare in azione. Quando lo hanno visto salire in auto sono entrati con la moto fin dentro al parcheggio. Si sono affiancati al lato guida ed hanno esploso i colpi di pistola, poi sono scappati facendo perdere le proprie tracce. I proiettili, esplosi a meno di un metro, non hanno dato scampo alla vittima, morta sul colpo. Il finestrino del lato guida era aperto, mentre quello del lato passeggeri è andato in frantumi in seguito agli spari. Al momento dell’agguato nel bar c’erano una decina di persone. Uditi i colpo, si sono riversati nel parcheggio per capire cose stesse succedendo. Davanti ai loro occhi si è presentata una scena agghiacciante. Il corpo di Campana inerme nell’auto, i vetri macchiati dal sangue. Enorme lo spavento anche delle persone che transitavano in via San Nullo, in quel momento molto trafficata. L’ ‘Agua Negra’ si trova in posizione strategica, di fronte all’uscita Licola dell’asse mediano per coloro che provengono da Napoli. Nelle vicinanze ci sono decine di negozi, bar, tra cui la caffetteria ‘Champs Elysees’, frequentata a tutte le ore del giorno da numerose persone. A circa 500 metri c’è anche una scuola. Per i killer è stato facile confondersi tra la folla e scappare, o in direzione Licola, verso le spiagge, o imboccando proprio la strada statale. Sul posto sono giunti dopo pochi minuti gli agenti del commissariato di Giugliano, diretti dal vice questore Maria Rosaria Romano, che hanno disposto immediatamente la chiusura del cancello del parcheggio del bar per allontanare i curiosi e dare inizio ai rilievi. Sul luogo dove è stato ucciso Carmine Campana la polizia scientifica ha rinvenuto una decina di bossoli esplosi da una pistola. calibro 7,65. Dopo pochi minuti sono giunti sul luogo del delitto i familiari. I due fratelli, la sorella e i nipoti non credevano ai propri occhi. La Scientifica ha completato con non poca difficoltà le operazioni di rilievo, visto anche la pioggia battente. Il pm Siracusa ha disposto il sequestro della vettura e della salma, trasportata al Policlinico di Napoli dove verrà nei prossimi giorni eseguita l’autopsia.

Le Indagini. Stanno battendo tutte le piste gli uomini della Squadra mobile e del commissariato di Giugliano-Villaricca, coordinati dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Claudio Siracusa per ricostruire gli ultimi attimi di vita Carmine Campana, il 51enne dipendente comunale ammazzato ieri mattina in via San Nullo a Licola. Le feroci modalità con cui è stato messo a segno l’agguato non lascerebbero spazio a interpretazioni. Si tratterebbe di un omicidio di stampo camorristico. Eppure la vittima non aveva precedenti in tal senso. Aveva a suo carico precedenti risalenti agli anni ’80 per estorsione e rapina. Aveva però da tempo scontato la sua pena ed era stato assunto come impiegato al comune di Pozzuoli. Quello che è certo è che i killer avevano studia il piano nei minimi dettagli e atteso il momento giunto per colpire la vittima. I colpi sparati a mezzo metro di distanza escludono qualsiasi ipotesi di scambio di persona. Lo hanno riconosciuto e guardato negli occhi. Poi lo hanno freddato con dieci colpi di pistola, indirizzati al volto e al petto. L’obiettivo era dunque quello di ucciderlo. Ucciderlo in modo eclatante, in un luogo pubblico, davanti a decine di persone. Non hanno dato alla vittima nemmeno il tempo di accennare ad una reazione, di mettere in moto la Smart e scappare. Campana è morto sul colpo. L’auto, infatti, era spenta. Campana era salito da pochi secondi dopo aver sostato per una decina di minuti nel bar ‘Agua Negra’ con alcuni amici. A detta dei parenti nell’ultimo periodo non aveva dato nessun segnale di nervosismo o turbamento. Gli investigatori stanno ricostruendo gli ultimi giorni di vita dell’uomo. Le indagini sono tutte concentrate nella città di Pozzuoli, dove la vittima viveva. Nel bagagliaio della macchina c’era una piccola borsa di colore nero e altre due buste, una bianca e rosa e un’altra completamente rosa. Quest’ultima contenente alcuni documenti. L’intero materiale, interamente sequestrato, è al vaglio degli inquirenti che potrebbero trarre proprio dalle carte ritrovate nella vettura e nella piccola valigia nera qualche elemento utile per le indagini. I poliziotti hanno ascoltato il gestore del bar, i camerieri e le persone che erano nel bar al momento dell’agguato. L’hinterland giuglianese è stato blindato in meno di mezz’ora dall’omicidio. Sono infatti stati eseguiti diversi posti di blocco sia nella fascia costiera, tra Licola, Lago Patria e Varcaturo, sia le varie uscite dell’asse mediano, da Pozzuoli fino a quella di Giugliano-Parete per cercare di intercettare la motocicletta con in sella i killer. Sottoposti a controlli decine di centauri. Degli assassini, però, nessuna traccia.

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