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lunedì, Maggio 20, 2024
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Indossi il casco?Gratis in discoteca. E vinci un motorino o l’assicurazione

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CASTELLAMMARE DI STABIA (NAPOLI) – Prendi la legge della patente a punti e leggila all’incontrario: chi usa il casco guadagna punti e alla fine dell’anno verrà premiato. Come a dire: laddove non è riuscita la repressione, forse, potranno di più gli incentivi.
La proposta arriva da Castellammare, città soffocata dai motorini (2,8 a famiglia secondo una recente indagine Istat) e, pur tuttavia, ancora difficile da convertire all’uso dell’accessorio salvavita. A lanciarla è il Movimento popolare, gruppo politico vicino alla sinistra, prevalentemente costituito da giovani. Nello specifico: le forze dell’ordine o in alternativa la protezione civile attraverso un’apposita banca dati, dovranno segnalare le targhe dei motocicli con i relativi conducenti provvisti di casco. I primi tre classificati che raggiungeranno un cospicuo numero di segnalazioni, riceveranno un premio: per 100 segnalazioni un motorino, per 80 il pagamento della polizza assicurativa, per 60 una bicicletta elettrica. Ogni settimana, inoltre, verranno sorteggiati, ingressi gratuiti nelle discoteche della penisola sorrentina.
«La proposta può sembrare provocatoria – dice Tonino Scala, leader del Movimento – e in effetti lo è, ma forse può servire a dare lo stimolo a tanti giovani a portare il casco, visto che i metodi tradizionali finora si sono rivelati tutti inefficaci. Se la repressione non paga, allora proviamo con gli incentivi per il rispetto della legge e della propria persona. Lo slogan potrebbe essere: chi rispetta la legge sarà premiato». Nonostante l’azione repressiva delle forze dell’ordine (negli ultimi mesi sono stati sequestrati più motorini che in tutta la storia di Castellammare), in città chi indossa il casco alla guida di uno scooter rappresenta, infatti, ancora una rarità.
La questione non è solo di ordine pubblico, ma anche di tipo culturale. I motivi vanno cercati lontano. «Noi il casco non ce lo mettiamo perché lo portano solo i camorristi», dicevano i giovani negli anni della faida omicida. Ma ancora oggi che i D’Alessandro e gli Imparato hanno smesso di ammazzarsi, molti continuano a violare la legge.
Proviamo a proteggere la vita, dicono oggi i giovani del Movimento popolare. La loro proposta è al vaglio dell’amministrazione comunale. «Bisogna creare – dice Scala – una banca dati e decidere se i controlli vadano affidati ai vigili, ai carabinieri o alla polizia o piuttosto delegare gli uomini della protezione civile».



IL MATTINO 2 OTTOBRE 2003 – CINZIA BRANCATO

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