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lunedì, Maggio 20, 2024
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LATITANTE TRADITO DALL’AMORE PER LA FIGLIA

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GIUGLIANO – Una storia estremamente complicata, difficile da decifrare. Una storia piena di colpi di scena, una storia che se non fosse vera sembrerebbe uscita dalla fervida fantasia di uno scrittore. C´è di tutto: camorra, amore, mistero. E un omicidio. Protagonista principale Donato Taglialatela, giuglianese doc, guaglione del clan Mallardo, fratello di quell´Enrico Taglialatela arso vivo e ucciso da due balordi di Poggioreale nella notte del 19 agosto 2003. Era agli arresti domiciliari Taglialatela, costretto alla prigionia tra le mura di casa perché accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. La sua “attività” preferita, quella della quale viveva. Smerciava droga nella periferia degradata di Melito Taglialatela, pusher col placet della famiglia Mallardo e dell´intera Alleanza di Secondigliano. Era agli arresti domiciliari quando un anno fa decise di non rispettare più alcun vincolo. E si rese latitante. Bussarono alla sua porta i carabinieri. Routine, il solito controllo. Non trovarono nessuno. Taglialatela era fuggito, si era dato alla macchia. Lo hanno “ritrovato” sabato scorso, a 365 giorni di distanza, nella pineta di Castelvolturno. Si aggirava con fare sospetto, convinto del fatto suo. Lo hanno notato i militari del nucleo mobile della guardia di finanza di Mondragone, uomini agli ordini del tenente Alessio Bifarini, lo hanno fermato, lo hanno stanato, gli hanno stretto le manette attorno ai polsi. Da Giugliano a Castelvolturno per sfuggire alla cattura dopo una serie di ordinanze di custodia cautelari a suo carico con in calce la firma delle procure di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere. Incastrato dall´amore… paterno. Quello che lo ha spinto nella cittadina al confine fra il Napoletano e il Casertano. Una missione ben precisa: ritrovare il fidanzato della figlia, il futuro padre del suo primo nipotino. E´ scomparso lo scorso 12 settembre Emanuele Riccio, nel giorno dell´onomastico della madre. Sparito nel nulla, senza lasciare tracce alcune. Neanche Anna Taglialatela, compagna di vita e di mille avventure vissute insieme, fianco a fianco, ha sue notizie. E´ disperata Anna, ha una gravidanza da portare avanti nonostante la giovanissima età e senza sapere con certezza se il bambino vedrà mai il volto del padre. E´ disperata Anna, era disperato Donato Taglialatela. La figlia in lacrime un motore inesauribile per continuare nelle ricerche nonostante tutto, nonostante l´evasione, la latitanza e quei mandati di cattura pendenti ormai da tempo sul suo capo. Gli uomini della finanza non gli hanno lasciato scampo. Lo hanno pedinato, hanno seguito le sue tracce fino alla cattura. Quando si è visto circondato, Donato Taglialatela non ha trovato di meglio da fare che tentare un´improbabile fuga a bordo di un´automobile. Tutto rigorosamente inutile: anche a bordo della più fulminea delle vetture non avrebbe potuto farla franca. Ai suoi polsi sono scattate le manette, il trasferimento al carcere circondariale di Santa Maria Capua Vetere è stato disposto in pochi minuti. Adesso Taglialatela non potrà più vedere la figlia se non attraverso le sbarre di una cella buia e angusta, colpito drasticamente negli affetti due volte in poco più di un mese. Come se la morte assurda del fratello non fosse già motivo sufficiente di lacrime, come se la scomparsa improvvisa del genero non fosse già fonte di preoccupazione. E´ stato arrestato Donato Taglialatela, un altro duro colpo al cartello più potente degli ultimi anni è stato sferrato. Come se non bastasse la cattura del padrino.




AF – CRONACHE DI NAPOLI 8 OTTOBRE 2003

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