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lunedì, Maggio 20, 2024
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È morta la nipote del boss Vollaro, si diede fuoco nella sua pizzeria

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di CARLA DI NAPOLI




Quattro lunghi giorni di sofferenze, e poi il buio. È finita ieri sera intorno alle 23 l’agonia di Anna Vollaro, figlia e nipote di boss. Vita e morte segnate da un clan di camorra, quello riconducibile a Luigi Vollaro, più noto come «’O Califfo». La giovane donna, 29 anni, figlia di Antonio Vollaro, fratello meno noto di Luigi, è morta ieri sera da sola nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dov’era ricoverata da giovedì scorso: quel giorno si era data fuoco, a Portici, nella pizzetteria del marito che la polizia era andata a sequestrare per ordine dellla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli.
I poliziotti, poco prima, erano già andati a mettere i sigilli al negozio di detersivi del fratello di Anna, Alfonso. La donna lo aveva saputo, e si era messa ad aspettare: sapeva che la polizia, che fin dalle nove del mattino aveva dato corso a un blitz in città finalizzato al sequestro dei beni riconducibili al clan Vollaro, sarebbe arrivata anche nel locale intestato a suo marito, Raffaele Castaldo, e gestito soprattutto da lei. Esasperata, come spinta da un destino che vuole forti e ribelli tutte le donne con un cognome «segnato», era corsa dal benzinaio più vicino ad acquistare una tanica di benzina. Poi era tornata nell’esercizio commerciale e, all’arrivo dei poliziotti, si era versata addosso l’intero contenuto e minacciando con un accendino di darsi fuoco se gli agenti avessero dato corso al provvedimento della magistratura.Forse un gesto voluto, o più probabilmente un maldestro avvicinamento di troppo della fiammella al suo corpo impregnato di benzina: fatto sta che improvvisamente le fiamme sono divampate e Anna Vollaro si è accasciata a terra che era tutta un rogo, mentre intorno i vetri andavano in frantumi per l’esplosione improvvisa.Soccorsa dagli stessi poliziotti la donna era stata trasportata immediatamente in ospedale, con il corpo bruciato al 95 per cento. Troppo per sperare in una sopravvivenza. Lascia due bambini. Ieri sera stessa il corpo è stato trasportato nell’obitario dell’ospedale.


IL MATTINO 13 OTTOBRE 2003

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