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domenica, Giugno 30, 2024
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CROCI CELTICHE , FALCE E MARTELLO: LA “Lotta dura” dello…spray

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INCHIESTA_ In un clima sempre più natalizio Qualiano sfoggia il nuovo look. Croci celtiche, mitra e pistole, fasci littori, stelle a cinque punte, falci e martelli. Mura imbrattate da sgrammaticate scritte antisemite. E’ la coreografia regalata dagli estremisti ai muri qualianesi: inneggi alla lotta armata, vilipendio allo Stato, minacce politiche. I profili estremisti delle organizzazioni che hanno segnato col sangue le fasi più drammatiche della storia del nostro Paese, tornano, bomboletta-spray in mano, a fare paura. Profili contraddittori, messaggi di tarda propaganda politica. Sono lì da giorni: Via Campana, Via del Cimitero, Piazza Rosselli, Via Santa Maria a Cubito, Via Giovanni Paolo XXXIII. A chi passa per il centro alcune di queste scritte appaiono fresche, tracciate l’altra notte, ma la maggior parte si vedevano già nei giorni scorsi, spesso confuse tra i graffiti che imbrattano i palazzi. Slogan inossidabili nei decenni, mai comparsi però in questa tranquilla cittadina a nord di Napoli. Ce ne sono anche di nuovi, legati ai tragici fatti di Genova. “Carlo Giuliani vive” si legge all’ingresso del cimitero. Una scritta cubitale, un’inquietante frase dal tratto di uno spray rosso. Poli opposti si scrivono, anzi: si minacciano. La grafomania dell’estrema destra e sinistra, fatta di svastiche e croci runiche, di inni a Mussolini, stelle a cinque punte e di insulti grevi, dilaga per la città. Ad essere attaccati non solo gli immigrati e i profughi, lo Stato, il potere globale e i comunisti delle sezione “Vera Lombardi”. Anche gli ebrei nel mirino degli insulti. “Israele assassina, Palestina libera” si legge all’ingresso dell’isola ecologica di via Orazio. “Atti gravissimi –ribadisce il sindaco – da condannare”.
Fatti legati forse da un sottile filo o da un unico intreccio, o che forse non fanno affatto parte di un unico disegno e sono frutto dell’azione isolata di teppisti ed esagitati, ma che sicuramente rappresentano una pagina brutta della storia di Qualiano . Il sindaco Michele Schiano è certo che “ si tratti di qualche teppista in vena di mettersi in mostra”. “Tuttavia –tiene a precisare il primo cittadino– sono fenomeni da non trascurare, senza però sopravvalutarli”. Più preoccupata l’opposizione: “E’ in atto un rigurgito della peggiore politica –dichiara Raffale Del Giudice, consigliere DS – assistiamo ad un appiattimento culturale delle nuove generazioni, figlie del Grande Fratello. Il pericolo di questo indottrinamento da pseudocultura è che si creino nuovi estremismi: non solo politici, non solo di sinistra e di destra”. In chiave eversiva lo slogan “Fotti il sistema” domina un muro in via Santa Maria a Cubito. E poi, ancora, un più moderato “Lotta per i tuoi diritti” in via G. Paolo XXIII. E ancora “La nostra lotta deve essere globale quanto il capitalismo” sul muro del cimitero. Questo a sinistra. Per la par condicio non mancano le svastiche naziste: nell’atrio del Municipio, sulle serrande delle Poste, nelle strade periferiche. Infine un nostalgico “Viva il Duce” in via Villa. “Abbiamo fatto le segnalazioni del caso –termina il sindaco- le scritte saranno al più presto cancellate: ci teniamo al decoro urbano”.
Linguaggio e attivismo non sono mai cambiati, così come il galateo e i simboli: nei centri sociali, ma anche tra i sindacalisti più decisi, tra gli “okkupanti inkazzati” e nelle sedi anarchiche, sui muri si continuano a dipingere falci e martelli, mitra, pistole, croci uncinate. Ma, cosa ancor più preoccupante, in alcuni casi alle diciture dell’estrema destra si sovrappongono le stelle a cinque punte delle Brigate rosse. Quasi che ormai si sia avviata, fra alcuni gruppi di giovani locali, una deficiente gara a scimmiottare gli “opposti estremismi” in voga trent’anni fa.
“No alla repressione” si legge in piazza del Popolo. A terra qualche cartina mal arrotolata di uno spinello fumato in fretta.

(*) Un grazie a Raffaele Mauriello per le foto

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