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venerdì, Aprile 26, 2024
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L’arresto di Zagaria e l’omertà dei suoi concittadini

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L’arresto di Michele Zagaria mercoledì in un covo ricavato in un villino sito nel pieno centro di Casapesenna ha creato, fra le altre cose, un interessante dibattito sul comportamento omertoso e/o connivente dei suoi concittadini.
L’eccezionale servizio del giornalista Paolo Chiariello di Sky, con le sue interviste ai cittadini di Casapesenna subito dopo che si era sparsa la notizia dell’arresto, ha mostrato quanto ampio fosse il consenso di cui godeva il boss in paese; gli altri servizi dal luogo fatti dalle altre emittenti, con l’intervista anche di un parroco locale, hanno ulteriormente lasciato l’amaro in bocca, perché nemmeno dal sacerdote sono venute parole chiare di condanna per la camorra e per il boss super ricercato.
Bene ha fatto, quindi, il direttore de Il Mattino Virman Cusenza ad evidenziare, nel suo fondo di giovedì, come gli arresti da soli appaiano incapaci di innestare un circolo virtuoso e come tantissimo sia il lavoro da fare per bonificare quelle terre, lavoro che non spetta solo a magistrati e poliziotti ma soprattutto alla politica ed alle istituzioni culturali.
Pur essendo sicuro che c’è una parte dei cittadini di Casapesenna che – forse nel chiuso della loro abitazione e senza atti eclatanti – ha “festeggiato” il risultato investigativo non posso che sottoscrivere tutte le parole scritte dal direttore Cusenza, essendo io convinto da sempre che se non si prosciuga il “brodo di coltura” in cui i boss crescono e diventano potenti, gli arresti rischiano semplicemente di rendere più veloci soltanto i ricambi generazionali.
Voglio, però, aggiungere a questo quadro certo a tinte non rosee, quanto ho verificato personalmente sia pure in contesti ed in ambienti diversi.
Ho ricevuto, pur non occupandomi più da anni di indagini delle indagini sui casalesi e lavorando da oltre 4 anni in Cassazione, un numero incredibile di sms, mail o telefonate di persone, quasi tutte campane, con cui avevo avuto rapporti professionali o di conoscenza che intendevano parteciparmi la loro gioia per quanto accaduto. Alcuni, soprattutto quelli che non abitano a Napoli, hanno aggiunto che mai come in questi momenti si sono sentiti fieri della loro origine.
Stessa cosa mi è capitato con le persone che ho incontrato; tantissimi mi hanno partecipato il senso di soddisfazione per l’arresto. So che la stessa cosa – ed in misura molto maggiore – sta capitando ai colleghi della DDA che si sono occupati delle indagini che hanno portato all’arresto dello Zagaria.
Almeno a me non era mai successo di vedere, nelle nostre terre, una così corale ed ampia manifestazione di vero giubilo per un arresto di un boss; è un segnale positivo che forse non bilancia del tutto quelli di segno opposto che provengono dalle terre di Gomorra ma è comunque un segnale di grande speranza, per quell’impegno corale che potrà portarci a vincere davvero la lotta alle mafie.

Raffaele Cantone
Il Mattino il 09/12/11

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