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domenica, Giugno 23, 2024
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Rifiuti, chiusi i centri di raccolta: è di nuovo emergenza

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GIUGLIANO. Chiudono i centri di raccolta ed esplode l’emergenza rifiuti in Campania. Tutte le strutture sono fuori uso: sature, sotto sequestro o presidiate dai manifestanti. La conseguenza è che i camion non possono scaricare. Immediato l’intervento del neocommissario Catenacci che ha riunito d’urgenza i prefetti per cercare nuovi spazi da requisire. Drammatica la situazione a Battipaglia, Santa Maria Capua Vetere, Giugliano, Ariano Irpino e Santa Maria La Fossa, ma anche a Salerno è già bloccata la raccolta. Un bollettino di guerra con i camion della Nu che vengono dirottati da un capo all’altro della regione, alla ricerca di un Cdr o di uno sversatoio disponibile.




IL BUSINESS DELLE AREE DI STOCCAGGIO





Cacciate dalla porta, tangenti e camorra sembrano essere rientrate dalla finestra nel grande business dell’immondizia. A parte i trasporti, l’ecomafia punta su cave e suoli agricoli. Per farne cosa? Discariche, naturalmente, oppure maxidepositi di balle da combustibile di rifiuti. Non discariche di tipo tradizionale, che non esistono più in Campania, almeno per ora. Stavolta il business è un po’ più pulito, legale in apparenza, un po’ meno rischioso e molto più remunerativo. Basta sapersi muovere in tempo. La Fibe, società appaltatrice del servizio di smaltimennto e della costruzione dei Cdr e dei due termovalorizzatori, per contratto deve provvedere agli stoccaggi delle balle da bruciare e allo smaltimento di Fos e sovvalli. Poiché Fibe e Commissariato, dopo le proteste dei cittadini, sono entrate in rotta di collisione sulla scelta delle aree adatte, una volta provvede Fibe e l’altra il commissariato.
E intanto due pezzi di un’area agricola adatta a discarica, nel Comune di Giugliano, in soli quattro giorni, atti notarili alla mano, è stata comprata e rivenduta a un prezzo cinque volte superiore: da 140mila a 640mila euro. Nell’alto Casertano, un’area stimata un milione e mezzo di euro, dopo il primo contatto tra venditori e acquirenti è arrivata a ben sette milioni e mezzo di euro. La stessa cosa sta accadendo nel Salernitano, zona Capaccio. Questi i casi più conosciuti, già all’attenzione della magistratura. Ma ce ne potrebbero essere altri.
Chi arriva prima dai proprietari dei suoli si propone spesso come affittuario, offrendo cifre consistenti, che poi lievitano quando si tratta di avere a che fare con chi ha bisogno disperato dei suoli. Il lucro avviene in questi casi sui chili di rifiuti da trattare.
Provate a comprare un suolo, magari per conto della Fibe o del Commissariato per l’emergenza. Allora, vedrete presentarsi emissari di società bene in regola e molto ricche, che per la stessa quota di terreno vi offriranno il triplo o anche di più. Gli agricoltori stanno al gioco perché l’immondizia rende dieci volte di più dei frutteti. Affittuari tanto generosi? Sì, perché magari loro decuplicheranno il prezzo con chi è alla disperata ricerca di un’area qualsiasi dove scaricare Fos, sovvalli e soprattutto balle di Cdr, combustibile da rifiuti, destinate a restare a terra per parecchi anni prima di finire nei termovalorizzatori.
Fantacamorra? Fantatangentopoli? Niente affatto. Il meccanismo inceppato del piano regionale s’è prestato molto bene ai progetti dell’ecomafia. I suoli agricoli sono molto appetibili. Il Commissariato per l’emergenza e la Fibe sono alla disperata ricerca di spazi per stoccare le balle Cdr: quattro ettari al mese servono per tenere in deposito le ecoballe. Il conto è facile da fare: 120 ettari nei prossimi 30 mesi, senza contare le cave e gli spazi per Fos e sovvalli. Il business è servito.


FRANCESCO VASTARELLA – IL MATTINO 6 MARZO 2004

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