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domenica, Giugno 23, 2024
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Abusi edilizi nella riserva di Licola, denunciato 52enne

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GIUGLIANO. Era a un passo dalla realizzazione di un «tre stelle» dell’orrore e della maramalderia ambientale nella pineta di Licola, sui terreni vincolati della Regione. Dodici scheletri di cemento che sarebbero dovuti divenire altrettanti mini-appartamenti di un residence ancora senza nome. Il proprietario, un pregiudicato 52enne di Giugliano, è stato denunciato a piede libero e il cantiere sequestrato dal blitz della Guardia Forestale di Pozzuoli. Il luogo ha gli incanti caratteristici delle oasi di verde, con dune sabbiose e macchia mediterranea. Un incanto a meno di cinquecento metri dalla costa che l’abusivo di turno ha sbancato per poter gettare le fondamenta della propria costruzione. Lo scempio edilizio, l’ultimo di una interminabile lista di aggressioni al territorio, era mimetizzato in un bosco di pini, soffocato da centinaia di metri cubi di cemento.
Le strutture erano immerse nella Riserva protetta di Licola, in una zona di massimo rispetto e di più drastici vincoli. Il cemento selvaggio ha trasformato, invece, il verde della pineta in uno squallore periferico. Difficile poter ormai trovare angoli incontaminati lungo il litorale che da Cuma arriva sino a Varcaturo. Ma l’ultimo ecomostro scoperto nei Campi Flegrei ha il diritto al proscenio non solo per il funesto impatto di quell’assembramento di fondamenta, di putrelle e di solette, ma anche perché l’insediamento avrebbe aperto un facilissimo varco alla probabile realizzazione di un complesso turistico ancora più vasto. Insomma, secondo gli uomini del Corpo Forestale, guidati dal comandante Carmine Laudisio, l’intervento ha evitato l’allargamento dei lavori a una programmata schiera di altre camere del residence, ma anche di un parcheggio e, visto che era lì, anche di qualche box per i cavalli. Altro cemento, altre strutture abusive, dunque. Per non parlare delle opere di urbanizzazione da realizzare per rendere gradevole l’alloggio negli appartamenti.
Solo per caso la Forestale è arrivata nel luogo dell’abuso edilizio. Il cantiere, infatti, non è assolutamente visibile dall’esterno della pineta: né dalla litoranea, né tantomeno dalla Domiziana. Per raggiungere il posto dello scempio edilizio, la camionetta ha dovuto percorrere un piccolo sentiero, realizzato per prevenire gli incendi. I forestali hanno scoperto l’abuso due giorni fa. Da queste parti non c’è bisogno di fare alcun tipo di accertamento: la zona è soggetta a ogni tipo di vincolo urbanistico e paesaggistico. Insomma, basta vedere una betoniera in azione, per far scattare la denuncia. La Forestale ha messo i sigilli all’intera area, compresa quella sbancata. Secondo gli 007 ambientali, il cantiere era in funzione da meno di una settimana: ancora poche ore, hanno spiegato, e il residence sarebbe stato completato. L’abusivo di turno pensava di poterla fare franca, come d’altronde nel corso degli anni sono riusciti in molti nell’oasi di Licola. L’opera di prevenzione, negli ultimi tempi, dà risultati confortanti, ma non pare ancora in grado di rappresentare un vero deterrente dinanzi alle cattive intenzioni dei predoni dell’ambiente.
La storia della pineta di Licola, una volta proprietà dell’Opera nazionale combattenti e ora demanio regionale, è piena zeppa di violenze di questo genere. Una visione continua, lungo la costa a nord di Pozzuoli, di igloo di cemento, recinti a pinnacoli, scale a torciglione, lampioni da autostrada, sbancamenti di dune sabbiose.





Quel tesoro nel mirino degli abusivi





Una volta l’oasi di Licola era proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti. Da anni è riserva protetta della Regione. Ma senza sosta sono le aggressioni che subisce. La più clamorosa nel febbraio scorso, quando furono sbancati dalle ruspe quasi 40mila metri quadrati di macchia mediterranea e dune di sabbia. Appena un mese fa la scoperta di un maneggio abusivo. La Forestale di Pozzuoli fa quello che può: spesso i controlli sono resi difficili dalla fitta vegetazione.

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PINO TAORMINA – IL MATTINO 6 MARZO 2004

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