15.9 C
Napoli
giovedì, Maggio 2, 2024
PUBBLICITÀ

FILOMENA L’AMANTIDE, ASSASSINA PER PASSIONE
Omicidio Vessella, in manette la moglie e l’amante

PUBBLICITÀ


MARANO. Filomena la circe. Filomena la mantide. Filomena senza cuore, moglie bugiarda e assassina, tutt’altro che una maliarda ma con un amante giovane giovane che ha fatto di lei una vedova. Filomena Di Lorenzo ha 33 anni, gli stenti e i quattro parti la fanno sembrare molto più vecchia. È (era) la moglie di Luigi Vessella, fornaio di notte e giardiniere di giorno, un uomo tutto casa e lavoro, un uomo mite che sopportava i tradimenti pur di non perdere i suoi figli, tutti bambini. È stato ammazzato il pomeriggio del 14 agosto, un mese fa, nelle campagne di Castelvolturno. Ed è stata lei, quel giorno, ad accompagnarlo all’appuntamento con la morte. Con la scusa di un lavoretto da sbrigare, era uscita con lui e con il figlioletto di appena otto mesi. Lo aveva lasciato fuori a un bar, a parlare con l’amante, Gaetano Natale, e con un amico di lui, Salvatore Mercurio. Li aveva allontanarsi insieme, tutti e tre, e li aveva scortati fino alle Risaie. E aveva aspettato in macchina che Gaetano e Salvatore lo finissero a colpi di spranga e di pugnale. Poi era tornata a casa, nell’appartamentino di via Galante, preparandosi a simulare preoccupazione, dolore, lutto.
Da ieri mattina sono in carcere tutti e tre, Filomena Di Lorenzo, Gaetano Natale che ha 25 anni e Salvatore Mercurio che ne ha 27, tutti di Castelvolturno. Sono stati arrestati all’alba di ieri dai carabinieri della compagnia di Mondragone, colpiti da un decreto di fermo del pm Luigi Musto (che ha coordinato le indagini) nel quale viene contestata l’accusa di omicidio pluriaggravato. L’ultimo dei tre, Mercurio, ha subito confessato e poi ha consegnato l’arma del delitto, un pugnale che conservava per ricordo. Il suo racconto collima al dettaglio con la ricostruzione degli investigatori, fatta con accertamenti tecnici (intercettazioni telefoniche e ambientali) e pedinamenti; e va a colmare gli inevitabili vuoti conoscitivi, quelli relativi alle fasi dell’omicidio.
Fu un momento terribile. Luigi Vessella non aveva capito di essere destinato alla morte fin quando non aveva visto Gaetano brandire una sbarra di ferro e Salvatore il pugnale. Si era rivolto al primo, aveva cercato di barattare la vita con il divorzio, si era umiliato e aveva implorato la salvezza: «Scusami se ti ho fatto qualcosa di male, perdonami. Se vuoi, mia moglie la puoi anche prendere. Io non voglio saperne più niente». Sulla strada del ritorno Filomena, Gaetano e Salvatore – trascinato in questa storia dal suo amico d’infanzia – concordarono alibi e versioni da fornire ai carabinieri. Il giorno successivo, Ferragosto, lei denunciò la scomparsa del marito. Il 16 fu trovato il cadavere e agli investigatori disse di aver visto il povero fornaio allontanarsi sull’auto, una Mercedes, di un uomo sconosciuto.
Non convinse né il racconto né l’atteggiamento. E subito partirono le indagini. Filomena la mantide si tradì a telefono dopo pochi giorni: «Non ce la faccio più, i carabinieri stanno sempre qua. Adesso mi ammazzo». E Gaetano: «Se sapevo che reagivi così non facevo niente, non ti stavo a sentire». Giorno dopo giorno, un tassello dopo l’altro, tutta la storia è stata ricostruita: la relazione che durava da un paio di anni, il piano omicida concepito un anno fa, gli ultimi accordi presi tre giorni prima del delitto. Fino all’esecuzione, fino al progetto di andare presto a vivere insieme, fino agli incontri nella casa di lui. Fino agli arresti e alla confessione.



ROSARIA CAPACCHIONE – IL MATTINO 16 SETTEMBRE 2004

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Ragazzini accoltellati all’Arenile, il fermato è il figlio del ras della Vanella Grassi

Finora nessun coinvolgimento diretto in dinamiche criminali. Ma una parentela ‘importante’ dal punto di vista criminale, quella di essere...

Nella stessa categoria