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giovedì, Maggio 2, 2024
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SECONDIGLIANO, FERMATA LA STRAGE

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di MARISA LA PENNA




Le armi della faida che sta insanguinando le vie di Secondigliano erano nascoste in una busta di plastica, buttata via dagli uomini del clan quando gli 007 della questura le avevano appena intercettate. Un vero e proprio arsenale che, stando alle rivelazioni della polizia, doveva essere usato molto presto, forse addirittura in occasione dei funerali degli ultimi morti ammazzati di camorra, celebrati ieri pomeriggio in forma privata e sotto lo sguardo attento di decine di poliziotti. Un micidiale armamentario quello sequestrato all’alba di ieri dagli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Secondigliano: una pistola mitragliatrice Uzi micro, un Kalashnikov, una pistola Magnum 357, una Scorpio e una Beretta 98 FS. E poi un giubbotto antiproiettile e oltre cento proiettili. In cella sono finiti anche due pregiudicati, Luigi Magnetti di 18 anni, accusato della detenzione delle armi e Renato Radice, di 45. L’operazione è scattata in nottata. Alle 5 l’equipaggio di due volanti dei commissariati Secondigliano e Scampia aveva notato in piazza Zanardelli un movimento sospetto di moto. I poliziotti immediatamente hanno tentato di bloccarne due che, per sfuggire al controllo, hanno cercato di dileguarsi prendendo direzioni diverse. Le volanti hanno iniziato l’inseguimento: mentre una moto riusciva a far perdere le tracce, l’altra nel tentativo di guadagnarsi la fuga ha abbandonato una busta al cui interno era nascosto l’arsenale. L’accorrere di altre pattuglie, inviate dalla centrale operativa, ha consentito di bloccare ed arrestare Magnetti e recuperare la busta. Sul posto decine di uomini della Squadra Mobile, con il vicequestore Sergio Di Mauro. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari (16 gli appartamenti visitati), sette le persone condotte nel palazzo di via Medina. Oltre al 18enne è stato anche arrestato Radice, proprietario della moto condotta da Magnetti, nella cui abitazione è stata trovata una busta con dieci grammi di eroina. Intanto ieri a mezzanotte c’è stato un altro raid a colpi d’arma da fuoco nella periferia nord, in via Limitone Arzano, davanti a un circolo ricreativo: ferito ad una spalla Gennaro Buono, 45 anni. Le indagini della Mobile continuano sui fuggitivi e gli altri uomini considerati vicini al clan Di Lauro. «L’operazione dell’altra notte – ha commentato il questore Malvano – rappresenta il frutto della sinergia tra i vari apparati della polizia: quello preventivo, quello repressivo e quello che cura l’aggressione ai patrimoni dei clan». E ha spiegato: «Le volanti dei commissariati e dell’ufficio prevenzione generale si adoperano, infatti, nella prevenzione del crimine, la squadra mobile si impegna nell’attività investigativa e repressiva in collaborazione con la Procura, e l’ufficio misure patrimoniali cura il sequestro di beni immobili appartenenti ai vari clan». «È attuando questa nuova metodologia – ha concluso Malvano – che si potranno raggiungere risultati sempre più concreti e incisivi nella strategia di contrasto alle attività alla malavita organizzata». Dal canto loro anche i carabinieri hanno effettuato interventi in città per reprimere la criminalità. In particolare, i militari della compagnia Stella hanno eseguito sette arresti, sequestrato munizioni, armi bianche e sostanze stupefacenti.

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>Br>IL MATTINO 1 NOVEMBRE 2004

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