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sabato, Maggio 18, 2024
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Qualiano. Estorsioni e armi: capi e gregari del clan alla sbarra

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Si terrà venerdì l’udienza preliminare che vede una serie di esponenti del clan D’Alterio – Pianese di Qualiano, coinvolti in vicende di armi ed estorsioni ai danni di commercianti, ma anche della società pubblica “Qualiano Multiservizi”, anch’essa vittima dei metodi estorsivi dei sodalizi criminali che all’epoca cercavano di imporsi sul territorio del comune a nord del capoluogo. Da un lato il clan capeggiato da Raffaella D’Alterio (moglie del defunto boss Nicola Pianese) e dall’altro quello di Paride De Rosa. A rendere nota la vicenda, fu il collaboratore di Giustizia Giovanni Chianese (detto ‘o malato) che rivelò tutti i retroscena. Chianese confessò agli inquirenti che nell’autunno del 2008, un funzionario dell’azienda, fu convocato presso l’abitazione di Raffaella D’Alterio “perché non aveva ancora versato la rata di ‘ferragosto’”. Chianese spiegò anche che il responsabile della società per la raccolta dei rifiuti, avrebbe risposto negativamente, “perché trattandosi di un’azienda pubblica, non avrebbe potuto giustificare la spesa”. Ma Raffaella D’Alterio avrebbe insistito, suggerendo all’interlocutore di “usare lo stesso stratagemma utilizzato per il ‘Pizzo di Pasqua’”. In quell’occasione, infatti, sempre secondo il racconto del pentito, il funzionario spiegò alla D’Alterio di aver simulato la rottura di un camion in modo da giustificare l’uscita di denaro dalle casse societarie. Dopo due settimane però, quando dei soldi ancora non c’era traccia, il clan D’Alterio – Pianese decise di compiere un’azione intimidatoria nei confronti della ‘Qualiano Multiservizi’. «Una sera – ha riferito il collaboratore – Nicola Pianese Junior mandò il cognato Angelo, convivente di Caterina Pianese, e Falco Stefano a fare un ‘azione intimidatoria. Furono sparati alcuni colpi d’arma da fuoco vicino a dove stavano gli autisti con i bobcat sulla strada tra Qualiano e Marano». Il risultato fu – raccontò Chianese agli investigatori – che la ditta pagò perché quando si fecero «i conteggi dei soldi da dare agli affiliati vi era anche la quota relativa all’estorsione alla ditta della Qualiano Multiservizi». L’episodio fu confermato anche dalla vittima. Il funzionario, infatti, dopo le dichiarazioni di Chianese, fu ascoltato dai carabinieri riferendo, non solo dell’episodio in questione ma anche di un’altra estorsione quella subita due anni prima da Paride De Rosa, capo del sodalizio criminale che si contrapponeva ai Pianese – D’Alterio. Secondo la ricostruzione la riparazione, simulata, dei danni ai veicoli veniva effettuata presso una ditta di Qualiano, che provvedeva a pagare, una volta incassata la fattura, al clan.

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