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lunedì, Maggio 27, 2024
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Qualiano. Il disperato appello di Iana: «Aiutate mio figlio Ruslav, anche lui ha diritto ad una vita migliore»

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E’ il disperato appello di una madre che fai i conti con una realtà difficile a causa della malattia di suo figlio Ruslav, 12 anni, considerato “troppo vivace” per interagire con i coetanei e sempre più spesso, emarginato e trattato come “un malato psichiatrico”. Fino a poco tempo fa, il ragazzo frequentava il Centro Serapide di Villaricca, in riabilitazione, ma purtroppo per il 12enne, gli effetti della cura non hanno dato i risultati sperati. Durante il periodo delle scuole elementari, Ruslav è stato seguito da un’insegnate di sostegno. Da piccolo non ha mai creato particolari problemi. Alle medie le cose sono andate diversamente. Lo sviluppo ha permesso a Ruslav di crescere notevolmente, sia in altezza che in peso. Oggi sembra un ragazzo di 16 o 17 anni ed è sempre più difficile da gestire. Dopo l’interruzione delle cure al Centro Serapide, Iana insieme al compagno, hanno cercato un’altra soluzione, magari in un centro di riabilitazione dedicato, ma dopo mesi di ricerche, non si è giunti a nessuna conclusione. Anzi, la situazione degenera. Ruslav viene affidato ad una struttura “dedicata” dove viene trattato con psicofarmaci. Ma il ragazzo invece di migliorare peggiora. «Non voglio che mio figlio assuma farmaci dannosi – afferma la madre – vorrei che venisse curato con il supporto psicologico». I suoi genitori hanno cercato invano una struttura migliore, ma senza riuscirci. Ultimamente, il ragazzo è stato portato in una casa famiglia, ma dopo pochi giorni, la madre è stata costretta a riportarlo a casa dopo aver scoperto che il 12enne non veniva curato decentemente: «mai una doccia in una settimana. Conservo ancora gli indumenti per dimostrare in che modo mio figlio veniva trattato. E’ stato anche picchiato – aggiunge Iana – è stato preso a pugni nelle mammelle. Sto usando una pomata lenitiva per curare gli ematomi formatisi». La disperazione cresce giorno per giorno, poiché Ruslav diventa sempre più grande e ingestibile. E’ anche scappato di casa. In un giorno il 12enne ha percorso 30 chilometri a piedi. Lo hanno ritrovato a Casoria, per fortuna sano e salvo, dopo diverse ore. I “servizi sociali” non sembrano più disposti ad aiutarlo con il supporto adeguato. «Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità» affermano dal Comune di Qualiano. Ma cosa vuol dire “fare quanto è possibile?” Si può abbandonare un ragazzo di 12 anni, malato, al suo destino? Si può lasciare una famiglia da sola a “portare una croce così grande” senza l’aiuto di uno Stato che si definisce “moderno e democratico”? Oggi Iana lancia un appello a chiunque può aiutarla a migliorare le condizioni psichiche e, più in generale di salute, del figlio Ruslav. «Vorrei contattare Barbara D’Urso, per far conoscere la storia di mio figlio a tutta l’Italia. E’ mai possibile che nessun centro di riabilitazione può seriamente aiutare mio figlio?» Si chiede Iana. Chi può, faccia qualcosa. Ruslav è un ragazzo dolce che ama Napoli e l’Italia: «Vorrei andare a Mergellina. Mi accompagni?» Ha più volte ripetuto durante l’incontro a casa sua. «Perchè vorresti andare a Mergellina?» gli abbiamo chiesto: «Perché voglio vedere le onde del mare» ha risposto teneramente il ragazzo.

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