GENOVA. Nell’ indirizzo di saluto ai delegati al congresso nazionale, in corso a Genova da giovedì, Silvio Berlusconi aveva chiesto alla categoria «proposte e suggerimenti, che sono preziosi perché vengono dalla trincea del lavoro». E Antonio Tamborrino, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, ha colto la palla al balzo. «D’ ora in poi – ha detto ieri – sarà lo stesso presidente del Consiglio il nostro interlocutore privilegiato». L’ elenco delle richieste è lungo. Ma soprattutto i professionisti della contabilità vogliono contare di più. Lamentano di non essere interpellati in modo sistematico dall’ esecutivo sulle scelte di politica economica, così come avviene invece per Confindustria e sindacati. In cambio offrono la loro disponibilità a collaborare su vari fronti, dalla battaglia per una maggiore trasparenza negli affari alla lotta al lavoro nero e all’ evasione fiscale. Il congresso di Genova, che si conclude oggi con un dibattito sulla responsabilità sociale dell’ impresa, ha cercato di approfondire proprio questi temi. E di rilanciare l’ immagine e il ruolo di una categoria che opera da sempre a fianco del mondo produttivo. Ma chi sono e che cosa vogliono i commercialisti italiani? Innanzi tutto sono un esercito di oltre 57 mila persone, che cresce al ritmo del 5% l’ anno. Ma è anche una categoria professionale che sta cambiando vistosamente. In particolare, da un lato si sta «femminilizzando» e dall’ altro, nonostante le obiettive difficoltà di accesso, registra un forte abbassamento dell’ età media. Sono molti, insomma, i giovani che intraprendono questa carriera. «Le barriere all’ ingresso – spiega Tommaso Di Nardo, che ha coordinato la seconda indagine statistica sulla categoria per conto della Fondazione Aristeia, l’ istituto di ricerca dei dottori commercialisti italiani – non hanno certo impedito il rinnovamento». Lo conferma Antonio Pastore, presidente della Cassa di previdenza: «Il 74% dei nostri iscritti – dice – ha un’ età compresa fra i 27 e i 46 anni», mentre il 65% del totale, aggiunge Marco Piemonte, presidente dell’ Unione giovani commercialisti, ha meno di 40 anni. Quanto alla presenza femminile, nell’ ultimo decennio è passata dal 24 al 36,5% del totale. «Ma negli ultimi tre anni – conclude Piemonte – è cresciuta a ritmi sempre più veloci. In alcuni periodi si è arrivati a una proporzione di 8 a 10: 80 donne, insomma, su cento nuovi ingressi nella professione».
Giacomo Ferrari – IL CORRIERE DELLA SERA 27 NOVEMBRE 2004
IL COMMERCIALISTA ADESSO E’ DONNA
Genova, il congresso dei professionisti dei conti
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