Le dimissioni di Emanuele D’Alterio da candidato a sindaco del Pd hanno reso ancora più teso il clima che si respira nell’ambiente democratico. Quella che potrebbe sembrare una vittoria da parte della maggioranza del direttivo, che in ben due occasioni ha sfiduciato il “metodo” utilizzato dal commissario Peppe Russo per scegliere il candidato a sindaco del partito, potrebbe in realtà dimostrarsi un vero e proprio “banco di prova”.
Come mai? Si parta da ciò che è successo stamattina. La prima conseguenza del passo indietro di Emanuele D’Alterio è stata la convocazione d’urgenza, da parte del commissario del circolo cittadino, di quello che lui stesso ha definito un “gruppo di lavoro” che dovrà coadiuvarlo nell’individuazione di un nuovo candidato a sindaco, ma soprattutto nella composizione delle liste e delle alleanze. Di questa squadra di lavoro ne fanno parte gli ex sindaci Giacomo Gerlini e Francesco Taglialatela, ma anche Pietro Di Girolamo, Pasquale Parisi, Tecla Magliacano, Vincenzo Mauriello, il segretario dei Giovani Democratici Antonio Pirozzi e, infine, gli avversari di Antonio Poziello alle primarie del partito, Nicola Pirozzi, Raffaele Pacilio e Giovanni F. Russo. Sarebbero questi, quindi, gli esponenti del Pd che dovrebbero scegliere il nuovo, l’ennesimo, candidato a sindaco di tutta la coalizione. Questa volta, insomma, non si tratterebbe di una scelta “calata dall’alto” ma presa di comune accordo con le varie componenti del partito che hanno come riferimento uno o due personaggi inseriti all’interno di questo gruppo di lavoro.
A questo punto, allora, ci si potrebbe attendere che il Pd possa ricompattare le fila attorno ad una figura di garante scelta da tutte le componenti. Magari, qualcuno potrebbe proporre anche un nome gradito persino ad Antonio Poziello, che giorni scorsi aveva dichiarato un suo eventuale passo indietro su un nome condiviso da lui e dal circolo. Poziello, però, con 4 liste civiche pronte e un progetto politico ben definito, sembra ormai proiettato verso la sua corsa alla carica di primo cittadino trascinato da una gigante onda di sostegno popolare che comprende ambienti di estrema sinistra con sfumature di centrodestra.
In che modo, quindi, il Pd giuglianese potrà superare lo stato d’impasse in cui si è ridotto? Il nome del nuovo candidato a sindaco potrebbe essere scelto tra gli stessi componenti di questo gruppo di lavoro, su tutti Pietro Di Girolamo. Defilata ormai l’ipotesi Rocco Granata, resta aperta invece la strada che condurrebbe ad Ombretta Argenzio. Oppure, il Pd potrebbe convergere su una figura di spicco della società civile, per esempio il professore Antonio Iodice. Impossibile, come dichiarato da lei in persona, l’eventuale candidatura dell’on. Giovanna Palma che per molti potrebbe rappresentare la soluzione estrema per superare questo stato di inerzia.
A prescindere dal nome del candidato a sindaco, tuttavia, cosa faranno i 21 dirigenti e membri della segreteria che hanno firmato le lettere di contestazione al metodo del “nome calato dall’alto”? Resteranno nel Pd oppure andranno a candidarsi in una delle liste preparate da Antonio Poziello? Le prossime ore saranno fondamentali e mancano soltanto 6 giorni alla fine dei giochi.
