PUBBLICITÀ
HomeCronacaCamorra. Una sgarro contro i vertici della Vanella-Grsassi condannò Ciro Cortese

Camorra. Una sgarro contro i vertici della Vanella-Grsassi condannò Ciro Cortese

PUBBLICITÀ

C’è un altro omicidio di cui si fa cenno ne-l’ordinanza di custodia cautelare contro la Vanella Grassi eseguita l’altra mattina dai carabinieri. Ed è quello di Ciro Cortese “o’ gorilla”, fratello del più noto Giovanni “o’cavallaro”, diventato famoso negli anni della prima faida di camorra perché portava le “imbasciate” a Paolo Di Lauro, il boss che tutti chiamano “Ciruzzo o’ milionario”.

La vittima era passata con la “Vanella-Grassi” e l’agguato mortale, nella ricostruzione della procura antimafia, scattò per un’epurazione interna. Era il 27 aprile 2015. Ciro Cortese “o’ gorilla” si trovava nel bar sotto la sua abitazione, a Casavatore, quando entrarono in azione i killer.Fu un’esecuzione in piena “regola” , tra l’altro contro il capo di un sottogruppo che agiva nella cittadina a nord di Napoli. Ma le indagini, che inizialmente si orientarono verso una ripresa della terza guerra di camorra, rapidamente virarono verso la pista dell’epurazione interna.

PUBBLICITÀ

Tant’è vero che nessuna “risposta” c’è stata al delitto. Come movente, gli investigatori pensano a uno “sgarro” maturato in particolare per una vicenda di droga, l’affare principale della “Vinella”. Tra gli amici di Ciro Cortese, pri-ma che nascessero i dissidi interni che portarono alla suamorte, c’era Granata Daniele, uno dei destinatari della misura cautelare dell’altra mattina. Il quale era già detenuto per una estorsione ai danni di un commerciante di Secondigliano. In passato Granata (che nulla c’entra con l’omicidio di “o’ gorilla”, va precisato) era finito nel mirino della Dda e dei carabinieri nel corso di un’operazione che costò le manette a personaggi di buon livello camorristico della “Vinella”.

In dieci furono sottoposti a fermo il 27 dicembre 2012 per porto e detenzione illegale di armi da fuoco, precisamente due pistole semi automatiche, con l’aggravante prevista dall’articolo 7 della legge Falcone: l’aver favorito un’organizzazione di tipo mafioso, come il clan della “Vanella Grassi”. Daniele Granataè stato condannato in primo grado e assolto in appello.Per cui il 3 luglio 2014 i giudici l’hanno rimesso in libertà non avendo altre misure restrittive a carico o condanne da scontare. Nel periodo successivo alla scarcerazione, l’affiliato al gruppo di mala di Secondigliano in più occasioni è stato controllato insieme a Ciro Cortese, ritenuto allora a capo di un sottogruppo della “Vinella” con base a Casavatore, ucciso con diversi colpi d’arma da fuoco all’interno del bar che si trova sotto la sua abitazione.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ