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martedì, Maggio 21, 2024
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MORTE IMPROVVISA E FREQUENZA CARDIACA
aspetti inquietanti della fisiopatologia

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VILLARICCA. La recente pubblicazione dei risultati di una ricerca condotta in Francia, presso l’ospedale Pompidou di Parigi, ha gettato nuova luce su un fenomeno che da anni suscita l’interesse dei ricercatori di tutto il mondo, nonché lo sgomento delle famiglie colpite: la morte improvvisa. Con tale termine viene indicato un decesso per cause naturali che si verifica entro breve tempo dalla comparsa dei sintomi, in un soggetto apparentemente sano o comunque il cui stato di malattia non faceva presagire un esito fatale così improvviso. L’intrinseca drammaticità di tale evento è moltiplicata dalla rilevanza del fenomeno: solo in Italia si verificano 57.000 casi all’anno, circa 1 caso ogni 9 minuti, rappresentando complessivamente il 10% delle cause di morte.
Gli studiosi francesi, osservando circa 5.000 uomini di età compresa tra i 42 ed i 53 anni per un periodo di 23 anni, hanno rilevato che il rischio di morte improvvisa è quattro volte superiore nelle persone con più di 72 battiti al minuto e sei volte superiore per i soggetti che non presentano un adeguato incremento della frequenza cardiaca in condizioni di sforzo.
Si tratta di un dato interessante che, fornendo ulteriori informazioni circa la fisiopatologia della morte improvvisa, richiama l’attenzione sul significato di alcune alterazioni genetiche responsabili – anch’esse – di questo fenomeno, come la sindrome di Brugada, la sindrome del QT lungo e la più recente sindrome del QT corto, identificata da ricercatori italiani e tedeschi. In molti casi, l’unica possibilità di salvezza è rappresentata dal rapido riconoscimento della condizione e dalla disponibilità immediata di un soccorso sanitario, in patricolar modo la possibilità di ricorrere alla defibrillazione cardiaca precoce, associata alle manovre di rianimazione cardiovascolare.
Altri studi offrono, inoltre, la possibilità di operare una forma di prevenzione anche nei confronti di questo fenomeno letale: il fumo della madre durante la gestazione e’ il fattore di rischio piu’ rilevante della morte in culla, una forma di morte improvvisa che si manifesta nel lattante. Senz’altro un buon motivo in più per non fumare.

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