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venerdì, Aprile 26, 2024
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ANTIDEPRESSIVO IMIPRAMINA: ECCO COME FUNZIONA
La rubrica. Meccanismo d’azione del particolare farmaco

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INTERNAPOLI. “Salve,vorrei avere una semplice informazione per cortesia, mi può dire quale molecola o farmaco antagonizzi l’azione farmacologica dell’anafranil, al fine di una desensibilizzazione recettoriale e non in ordine ad una disintissocazione. Attendo fiducioso una risposta precisa ed inerente. Grazie”.

Michele

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Caro Michele,
il farmaco di cui mi chiedi informazioni è l’imipramina (ANAFRANIL è il nome commerciale dato a questa molecola), ed appartiene alla famiglia degli antidepressivi triciclici.
Questi farmaci hanno l’effetto di elevare il tono dell’umore ed, a latere, possono avere un effetto ansiolitico o stimolante. Sul meccanismo di azione farmacologia, responsabile degli effetti, c’è da fare una precisazione: per anni si è ritenuto che tale molecola agisse attraverso l’inibizione della ricaptazione delle amine biogene (molecole utilizzate dai neuroni per “comunicare” tra loro), prolungando – di conseguenza – l’azione di queste ultime. Tuttavia, il fatto che l’efficacia terapeutica venga raggiunta solo tre settimane dopo l’inizio della terapia ha fatto recentemente ipotizzare che un ruolo chiave venga giocato dall’iposensibilizzazione dei recettori per le amine biogene.
La desensibilizzazione recettoriale è quindi un effetto della somministrazione continua del farmaco (compare dopo circa 20 giorni di terapia ininterrotta), oltre ad essere il mezzo attraverso cui tale sostanza produce i propri effetti terapeutici.
Riguardo la possibilità di antagonizzare l’azione di questo farmaco, non vi sono motivi, in terapia, di ricorrervi, tanto più che persino la brusca interruzione del farmaco stesso è da evitare, a causa del rischi elevati che si verifichi l’effetto di rebound (letteralmente, di rimbalzo) colinergico con notevoli effetti collaterali quali nausea, crampi addominali e cefalea.
In linea teorica si potrebbe operare un antagonismo fisiologico, utilizzando farmaci che abbiano effetti opposti sull’umore, ma non avrebbe senso da un punto di vista terapeutico. Inoltre, occorre precisare che si tratta di farmaci poco maneggevoli e non privi di effetti collaterali. Per questi motivi è assolutamente sconsigliabile prendere qualsiasi iniziativa senza prima aver consultato il proprio medico.
Riguardo al suo quesito, mi sfugge l’essenza della sua richiesta. Se dovessero persistere dubbi, la invito a scrivermi nuovamente, magari includendo qualche dettaglio in più, anche presentando il problema in modo più semplice e diretto. Mi aiuterebbe ad inquadrare meglio la questione.

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