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giovedì, Maggio 2, 2024
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QUALIANO: RAPINE IN VILLA, DENTRO ESTORSORE ALBANESE
Ha tentato il «cavallo di ritorno» dopo il colpo ad un’abitazione

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QUALIANO. Non si è piegato al ricatto. Un imprenditore di Qualiano, la cui villetta era stata ripulita poche ore prima da una banda di rapinatori albanesi, non ci ha pensato due volte prima di denunciare tutto ai carabinieri. Non appena gli è giunta la richiesta di denaro per riavere indietro l’auto (anche questa rubata assieme a gioielli ed oggetti preziosi), si è rivolto ai militari della locale stazione. In manette, per tentata estorsione, è finito Haxhi Kacanja, albanese di 33 anni, pregiudicato. I carabinieri della compagnia di Giugliano – diretti dal capitano Gaetano de Biase e dal tenente Vincenzo Massimiliano Russo- lo hanno raggiunto a Caivano, dove risiede regolarmente.
Per gli investigatori, lo slavo sarebbe il componente di una banda organizzata che da mesi semina il terrore nei Comuni a nord di Napoli, da Lago Patria a Casoria. La tecnica è sempre la stessa, ed è oramai consolidata. I banditi penetrano a notte fonda all’interno di appartamenti e villette, spesso arrampicandosi lungo grondaie e tubi del gas, raggiungendo anche altezze considerevoli. Poi, senza far rumore, entrano nelle camere da letto narcotizzando i proprietari delle case, ripulendo le abitazioni indisturbati e fuggendo dopo aver caricato la refurtiva sulle auto delle stesse vittime. Nelle ultime settimane sarebbero innumerevoli i colpi messi a segno, molti dei quali nemmeno denunciati. Le segnalazioni, poi, sono addirittura nulle se le vittime subiscono il cosiddetto «cavallo di ritorno». Pur di riavere indietro l’auto, la maggior parte è disposta a pagare, subendo il ricatto in silenzio. Stavolta, però, è andata diversamente. Il malcapitato di turno non ha ceduto alle richieste estorsive, ma ha denunciato tutto. Ai carabinieri della stazione di Qualiano ha raccontato del furto in villa, avvenuto di notte, e della richiesta di denaro ricevuta per riottenere l’automobile. L’uomo che lo ha contattato telefonicamente, dallo spiccato accento slavo, ha chiesto 1600 euro. «E non ti azzardare a fare scherzi», gli ha intimato prima di agganciare. L’aspirante estorsore confidava nella paura della vittima. Ma nonostante i dovuti «accorgimenti», è caduto nella trappola tesa dalle forze dell’ordine. Il ricattatore, nel giro di poche ore, ha fissato tre appuntamenti alla vittima, seguita passo passo dai carabinieri in borghese. «Vieni e portami i soldi». Prima a Qualiano, poi a Giugliano. Infine a Caivano. Qui i militari hanno acciuffato il pregiudicato mentre riceveva il denaro dalle mani dell’imprenditore. Inutile il tentativo di fuga. L’albanese, espletate le formalità di rito, è stato rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale dove è attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Le indagini proseguono per identificare gli altri componenti della banda. Gli investigatori sono convinti che si tratti di un’organizzazione specializzata, capace di assicurarsi appoggi e coperture nelle diverse zone dove opera.


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