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sabato, Aprile 27, 2024
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CASTELLAMMARE, Salvato sbatte la porta e si dimette da sindaco

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Crisi profonda a Castellammare Appena cinquanta giorni dopo la vittoria, il centrosinistra affonda


CASTELLAMARE – Un male oscuro che Ersilia Salvato aveva tracciato su Repubblica in un articolo del 6 luglio. Un male oscuro che ieri pomeriggio, ad appena cinquanta giorni da un successo elettorale importantissimo per il centrosinistra campano, ha portato l’ex senatrice a gettare la spugna e ad annunciare le dimissioni. Un male oscuro che per sei settimane si traduceva nella richiesta di posti in giunta da parte di Udeur, Verdi e Rifondazione e che ieri, nella seconda seduta della gestione Salvato, si è trasformato in mancanza del numero legale. Riunione del Consiglio saltata ancora prima di cominciare tra le proteste di famiglie che attendono il varo dei provvedimenti sui contributi per gli alloggi. Duecento persone che aspettano lo stanziamento di un contributo di integrazione al canone che hanno reagito fischiando e urlando.
Alle 17, al momento dell’appello, il centrodestra è uscito dall’aula mentre erano assenti anche cinque componenti su diciotto della maggioranza di centrosinistra: i tre dello Sdi, il consigliere dei Verdi e Maurizio Apuzzo, uno dei tre Udeur. La Salvato non ci ha pensato a lungo. Ha riunito subito la giunta e ha annunciato le dimissioni prima agli assessori e poi alla città: «Non intendo sottovalutare la gravità di quanto accaduto. La mancanza del numero legale ha impedito l’approvazione di due importanti provvedimenti, il primo per i dipendenti comunali ma soprattutto l’altro in favore dei ceti meno abbienti che attendono da mesi il contributo alloggiativo. Quanto accaduto, inoltre, non ha consentito di svolgere un dibattito serio sulle difficoltà della maggioranza all’indomani della formazione della giunta, difficoltà i cui echi sono stati presenti in alcuni interventi nel dibattito della scorsa seduta consiliare».
La Salvato, per legge, ha venti giorni per ripensarci. Un mese di agosto che si annuncia caldissimo. «Si riconferma sostiene il sindaco dimissionario una distanza forte tra la politica e le attese dei cittadini. Mentre intorno al sindaco e alla giunta cresce l’attenzione da parte della città, i comportamenti della politica, sia della maggioranza che non dà prova di coesione e solidarietà, sia dell’opposizione che fa mancare il numero legale su provvedimenti che riguardano interessi generali, sono segnati da una cultura vecchia e a tratti irresponsabile. Non posso non prendere atto che i tentativi di innovazione che, pur tra difficoltà, stavamo cercando di realizzare rischiano di essere vanificati da una pratica politica che nei fatti si rivela indifferente alla domanda di cambiamento che la città esprime con tanta forza. A questo punto diventa forte il rammarico di non aver potuto in queste settimane dare tutte le risposte che la città attendeva perché il nostro lavoro è stato impedito da sterili polemiche».
Venti giorni per decidere. Basterà a farle cambiare idea un documento a sostegno della Salvato firmato ieri sera da Ds, Sdi, Margherita e Udeur? Basterà il sostegno confermato in serata dal segretario provinciale dei Ds Diego Belliazzi? Venti giorni caldissimi.

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OTTAVIO LUCARELLI – La Repubblica 30 luglio 2002

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