19.8 C
Napoli
martedì, Maggio 21, 2024
PUBBLICITÀ

Ritrovata a Quarto una villa romana del II secolo a. C

PUBBLICITÀ

Ritrovata a Quarto una villa romana del II secolo a. C.. La struttura è stata intercettata dagli esperti della soprintendenza archeologica di Napoli durante i lavori per la realizzazione della rete fognaria in via Cimarosa, quasi in prossimità di Corso Italia. I muri della fabbrica si trovano a un paio di metri al di sotto dell’attuale livello stradale e sono poco sviluppati (circa un metro) in altezza perché distrutti nell’antichità. Tuttavia, dalla lettura dei resti, gli specialisti hanno potuto ricavare una serie di dati certamente interessanti per la loro valenza scientifica e storica. In prima battuta c’è la datazione del periodo di sopravvivenza – e quindi della frequentazione – della villa che copre una arco di ben sei secoli, a partire appunto dal II secolo a.C. per arrivare attraverso rifacimenti e ristrutturazioni sino al IV secolo d.C.. Uno spaccato architettonico sicuramente significativo che mostra tecniche costruttive, fasi edilizie e interventi che partendo da elementi di epoca repubblicana (strutture in blocchi di tufo) passano attraverso l’Età Augustea e arrivano al periodo finale con decadenza e abbandono dell’edificio. Immediatamente dopo, c’è il rinvenimento degli ambienti signorili dove ritroviamo resti di intonaco dipinto, pavimenti a mosaico (tessere bianche e nere a costruire un disegno geometrico) e un cortile d’accesso alla costruzione in basolato perfettamente conservato e con ancora gli incassi per i cardini in cui si muoveva il cancello. Un lungo corridoio (15 metri) con stanze sui due lati, poi, permetteva di raggiungere la zona residenziale. Quali siano stati i proprietari o gli occupanti della villa (che dovette essere sia di «otium» che «produttiva» e quindi deputata allo sfruttamento della campagna circostante) che si sono succeduti durante i secoli, per adesso non è ancora possibile conoscere. «Se non troviamo delle iscrizioni – spiega Costanza Gialanella, l’ispettrice archeologa responsabile dell’area per la soprintendenza di Napoli – o un sigillo (è l’anello con le iniziali utilizzato dal proprietario per sottoscrivere dichiarazioni o altro) l’attribuzione di questa villa non sarà facile». Non è difficile però pensare che il fabbricato sia collegato con un grande mausoleo funerario, a tamburo, d’epoca romana, che per tutto questo tempo è rimasto in vista e che si trova a poca distanza dallo scavo, coordinato da Angelo Mazzocchi, archeologo della «Xenia». C’è ancora da mettere in bilancio la grande estensione della villa per adesso solo intuita visto che le indagini sono state fatte in lunghezza e solamente per qualche decina di metri, ma che una volta riportata alla luce l’intera struttura comunque si dovrebbe attestare intorno ai 2500 metri quadrati. Un dato interessante sarà quello che emergerà una volta che la villa sarà interamente scavata e che permetterà di capire quali sono state le cause (sono state ritrovate tracce di crolli, ma nessuna testimonianza di catastrofi quali terremoti o alluvioni) dell’abbandono e della decadenza della fabbrica. Tutto il materiale recuperato dagli archeologi nell’area dello scavo è formato da numerosi oggetti di bronzo e ceramica.


CARLO AVVISATI – Il Mattino 12 agosto 2002

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Maria della Pace. Il monito di Don Angelo Parisi: “L’essenza religiosa della festa non va mai smarrita”

di Alessia Ivana Ciccarelli Una vita spesa a servizio della città di Giugliano dapprima come sacerdote, poi come amico e...

Nella stessa categoria