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mercoledì, Maggio 1, 2024
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GIALLO A CALVIZZANO. RICERCATO TROVATO MORTO IN UNA STRADA DI PERIFERIA

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CALVIZZANO – L’hanno trovato in fin di vita a qualche centinaio di metri dalla sua auto in via Tagliamento, una stradina isolata alla periferia di Calvizzano. Ma nessuno è riuscito ancora a stabilire se Maurizio Scognamillo, un giovane 28enne di Marano, sia deceduto per un’overdose oppure sia rimasto vittima di un improvviso malore. Un giallo. Scognamillo era ricercato da un anno e mezzo dalle forze dell’ordine: sulla sua testa un ordine di esecuzione di pena detentiva a due anni per armi e ricettazione emesso dal Tribunale di Napoli.

L’hanno trovato l’altra sera intorno alle 22 i carabinieri della compagnia di Giugliano, coordinati del tenente Orazio Ianniello e del capitano Gianluca Trombetti. Via Tagliamento è la strada che segna il confine tra i paesi di Calvizzano e Marano. Il giovane era disteso in un prato, agonizzante. Ad allertare le forze dell’ordine erano stati alcuni ragazzini della zona, che avevano visto il 28enne accasciarsi a terra. Sul posto si è subito precipitata l’autoambulanza. È stato tentato di tutto per strapparlo alla morte. Non c’è stato però verso di rianimarlo. Arresto cardio-circolatorio, hanno sentenziato i medici. Sarà l’autopsia, prontamente disposta dall’autorità giudiziaria, a fare piena chiarezza sulle cause della morte. Sul suo corpo non sono stati trovati segni di violenza, il che escluderebbe un tentativo di rapina finito nel sangue o un regolamento di conti, visto il suo passato burrascoso. Né risulta che il 28enne soffrisse in particolare di problemi cardiaci. Scognamillo era una figura ben nota ai carabinieri: si occupava dell’acquisto di merce rubata da piazzare in seguito sul mercato illegale.

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Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il giovane si trovava a bordo della sua auto, una Lancia Y, quando c’è stato uno sbandamento. Un’improvvisa sterzata. Un sorpasso forse azzardato su un saliscendi da brivido. E la vettura che va sbattere contro un marciapiede. Non c’è modo di farla ripartire: la Y rimane piantonata lì, ferma in mezzo alla strada polverosa. Il giovane scende, percorre qualche metro di strada, attraversa due terreni privati. Dopo circa quattrocento metri si accascia su un prato coltivato e muore. Nessun livido sul suo corpo, nessuna traccia di buchi da eroina. Nessun segno di colluttazione. Di cosa è morto allora l’uomo: di un malore, d’infarto, per aver ingerito qualche cibo o qualche farmaco fatale o per gli effetti devastanti della sostanza con la quale è stata tagliata la cocaina che verosimilmente ha aspirato? Domande alle quali, per il momento, è troppo presto per rispondere. Soltanto l’autopsia, disposta per i prossimi giorni dall’autorità giudiziaria, potrà sciogliere ogni dubbio.

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