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Motorini, strage senza fine

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IL COMMENTO ALLA MORTE DI VALENTINO D’AUSILIO NEL GIUGNO 2002


Venti scooteristi morti nel giro di un anno. Non è un bilancio, è una strage. Ancora una volta l’hinterland si è fermato, l’ultimo saluto al 16enne morto per uno scontro in motorino Qualiano l’ha dato ieri mattina alle 10:30. Un’impennata di troppo, un’accelerazione eccessiva, una gimkana finita male: chissà quale di queste cause è costata la vita al giovane Valentino D’Ausilio. E’ ancora forte il dolore per una morte così assurda. Ne abbiamo viste tante, ne abbiamo raccontate troppe di vite spezzate così nel giro di pochi mesi. Niente però sembra fermare i centauri – teppisti. Sono tornati più aggressivi e arroganti di prima. Senza casco, passano con il rosso, non rispettano gli stop e le precedenze, salgono sui marciapiedi ,sorpassano indifferentemente a destra o a sinistra. Liberi e senza legge. Erano le 18 di sabato quando uno schianto fatale metteva fine all’ ebbrezza della giovane vita di Valentino. Il casco forse non lo avrebbe salvato. Ma comunque non lo indossava. “Tanto certe cose capitano solo agli altri”. Così la pensava. La morte e’ stata lenta. Tre ore di agonia. L’ultima corsa l’ ha fatta a bordo dell’autoambulanza. Inutile. Un attimo prima c’era Valentino con il suo bel sorriso, le sue speranze, i suoi affetti: un attimo dopo restava una spoglia per sempre insensibile e muta. Cancellata la giovinezza, distrutti i sogni, sprecato un potenziale immenso, spezzato il futuro.
L’autocritica è durata un attimo, perché poi la musica a Qualiano (come a Marano, Villaricca, Giugliano, Calvizzano…) è continuata sugli spartiti di prima. Spesso sono pericolosi, a volte micidiali i motociclisti-teppisti, ma quasi sempre si salvano, forti, impuniti, fantasiosi e cretini, a ottanta all’ora e contromano negli affollatissimi centri urbani all’ora di punta. Disturbano, fanno rabbia e in più soccombono. Dirglielo, ricordarglielo, evidentemente non serve, perché a 16-17 anni, si sa, la morte non è che una brutta parola. E allora, visto che sembra impossibile fare leva soltanto sul buonsenso e sulla paura, scenda in piazza la “repressione”, quella vera dei controlli a tappeto, dei vigili feroci e senza cuore. Multino, sequestrino, arrestino. Che lo facciano non con occhio cattivo, bensì con occhio di irremovibile, austera, paterna pietà.
Il dolore divide le persone, dilania e cristallizza il tempo postumo. La morte è un evento doloroso ma naturale che ognuno di noi sa di trovare nel proprio cammino. Io, come tanti, la immagino lontana, quasi inesistente, ma quando colpisce qualcuno che ti è vicino senti che ti raggiunge, ti sfiora, ruba una parte di te. Ti ricorda che sei come tutti e che sei molto fortunato se ancora puoi gioire della vita. A volte sento il bisogno di fermare il tempo per assaporare e non dimenticare mai ogni momento. Tutto sembra così breve. E proprio in questo senso di irreparabilità alla morte che dobbiamo riflettere. Valentino, così come tutti gli altri, non è morto inutilmente. Ne sono sicuro.

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