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venerdì, Aprile 26, 2024
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Il pizzo alla famiglia di Calvizzano: «Vai a fargli l’imbasciata, vediamoci a Marano o Giugliano altrimenti… »

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Avevano anche messo le mani sul territorio di Calvizzano, tanto da vessare degli imprenditori per alcuni lavori edili. E’ uno delle estorsioni messe in campo dal gruppo Orlando sgominato dai carabinieri. Vittime del pizzo due fratelli, i quali avevano commissionato dei lavori edili a un imprenditore.
Gli Orlando, attraverso i propri referenti sul territorio, controllano le attività economiche sottoponendo gli imprenditori al giogo criminale: il sistema delle
estorsioni rappresenta per il sodalizio una fonte illecita di guadagno che consente all’organizzazione criminale di crescere e di affermarsi sul territorio di competenza. Gli uomini di mezzo ai Carrisi vengono monitorati mentre organizzano ed avanzano le richieste estorsive, grazie agli uomini fidati incardinati nell’articolata organizzazione che opera sull’ampio territorio, eseguendo gli ordini di Raffaele Orlando alias Papele, reggente del clan durante la latitanza del fratello Antonio, indiscusso capo-clan. Le indagini hanno permesso di ricostruire diversi episodi estorsivi a danno di operatori economici titolari di attività imprenditoriali nel territorio maranese, nonché di privati cittadini ritenuti debitori di somme di danaro nei confronti di creditori che, inserendosi nella logica del sodalizio criminoso, ne richiedono la restituzione avvalendosi della “intermediazione” degli affiliati.

In ordine alla richiesta di somme di danaro a titolo estorsivo, il clan Orlando è solito quantificare l’importo dovuto tenendo conto dell’entità del valore dei lavori commissionati su cui è parametrata la percentuale estorsiva. Va inquadrata nel fenomeno estorsivo, altresì, l’attività lucrativa di recupero credito commissionata ai referenti degli Orlando da alcuni soggetti che, servendosi dell’aiuto e della pressione esercitata degli affiliati sui debitori, confidavano nel soddisfacimento del proprio credito

Il capozona degli Orlando a Calvizzano era Castrese Carbone, il quale si interfacciava con Sarappo, Giuseppe Assenzo e gli altri.
Sarappo, infatti, disse all’imprenditore di presentarsi da Castrese Carbone, referente di Raffaele Orlando detto Papele, sul territorio di Calvizzano, affinchè si potesse discutere della somma dovuta per i lavori edili. L’imprenditore, col chiaro intento di estromettersi dal versamento di quanto richiesto, disse di non essere committente dei lavori ma solo commissionario addetto alla manodopera, senza l’acquisto dei materiali e delle forniture necessarie per le quali si erano interessati i proprietari dell’immobile.

“L’appuntamento la fai tu in un’altra parte, pure a Villaricca a Giugliano, cioè in una parte per evitare che ci possono vedere, cioè se la fai a Calvizzano, quelli vedono quello chi è, cioè mi vedono pure a me e dicono “che cos’è” hai capito o no”, disse l’imprenditore agli affiliati del clan informandoli della loro preoccupazione nel farsi intravedere dalle Forze dell’Ordine in compagnia di personaggi di spicco del clan locale.

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