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Ucciso a 17 anni: «Non amare mia cugina»

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Ucciso perché non doveva amare quella ragazza. È questa l’ipotesi agghiacciante su cui lavorano gli inquirenti dopo l’omicidio, giovedì sera, di Giuliano Iacoviello Panico, 17 anni, ammazzato in piazza Camposcino. La svolta è arrivata dopo un giorno di indagini: due fermati, tra cui il cugino della fidanzata della vittima. Il giovane, incensurato, figlio di lavoratori, non aveva un’occupazione stabile, aveva fatto prima il barbiere e poi il fabbro per qualche anno. Da qualche mese si era legato ad Anna, una ragazza più grande di lui di sei anni e con una figlia di tre, avuta da una precedente relazione. Nonostante la ferocia dell’omicidio, si è subito esclusa la pista del delitto camorristico. Con il fermo del cugino della ragazza, i carabinieri hanno imboccato una pista precisa. Per gli inquirenti il giovane fermato avrebbe voluto punire il minorenne per mettere fine a una relazione scomoda. Pare che il diciassettenne, pur non avendo precedenti penali, bazzicasse l’ambiente delle rapine. Chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo che era facile alla lite. Probabilmente agli occhi del cugino della fidanzata non deve essere sembrato il compagno adeguato per formare una famiglia, né la vittima aveva avuto l’approvazione dei genitori, ai quali non piaceva l’idea di vederlo sposato così presto. Dopo aver scoperto una gravidanza, infatti, tra Giuliano e Anna, si era parlato anche di matrimonio, ma lei aveva deciso di abortire. I ragazzi si erano anche lasciati per un breve periodo e solo di recente avevano ripreso a vedersi di nascosto. Una clandestinità che, però, non è sfuggita al presunto killer. Per i carabinieri della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Gaetano De Biase, una serie di attriti potrebbero aver spinto, quindi, il giovane indagato a vendicarsi. Intanto, emergono nuovi elementi sulla dinamica dell’agguato, dopo che nell’immediato si era alzato un muro di omertà. Avrebbero agito in due, a bordo di uno scooter, un «Beverly» di media cilindrata. Scooter, risultato rubato, poi ritrovato a poca distanza dal luogo del delitto. Entrambi vestiti di scuro, con i guanti e con il viso coperto da un casco, gli assassini sarebbero poi fuggiti con un’utilitaria. Sono stati ritrovati sei bossoli, di questi almeno cinque avrebbero raggiunto la vittima alla tempia e alla nuca. Intanto a casa Panico, la madre Anna, in attesa del quarto figlio, il papà Luigi e i due fratelli più piccoli di Giuliano, sono sconvolti dal dolore. I funerali dovrebbero celebrarsi domani, nella chiesa di piazza Camposcino. E dal tribunale si saprà se il gip ha trasformato in arresto i fermi dei due indagati, ora rinchiusi nel carcere di Poggioreale.


TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 08/10/2006

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