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IN CAMPANIA UNA FAMIGLIA SU QUATTRO E’ NEI GUAI

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Meno di 24 mila euro. A tanto ammonta il reddito medio delle famiglie campane, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat. Per molti, in realtà, le cose vanno addirittura peggio: il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 19.222 euro, pari a circa 1.600 euro al mese. La regione, inoltre, è tra quelle che presentano le maggiori diseguaglianze, secondo l’Istituto nazionale di statistica: ci sono cioè poche famiglie molto ricche e tante povere. Risultato: un nucleo familiare su quattro arriva a fine mese con molta difficoltà, un numero praticamente analogo non ha avuto soldi per spese mediche, oltre il 40 per cento non riesce a sostenere oneri imprevisti. Il 7,2 per cento delle famiglie si è trovata addirittura a non avere soldi per l’acquisto di generi alimentari. Tutto il Sud arranca: il reddito medio delle famiglie meridionali e delle Isole è pari a circa tre quarti di quello delle famiglie del Nord.

Una regione al verde e ricca di diseguaglianze. E’ la fotografia della Campania scattata dai dati Istat nello studio su reddito e condizioni economiche in Italia difffuso ieri, relativo agli anni 2004 e 2005.
Secondo l’Istituto nazionale di Statistica, il reddito di un nucleo familiare campano è pari a 23.907 euro, che diventano 27.572 se si considerano anche i fitti. Ma se si analizza il valore “mediano” (cioè quello che suddivide il totale delle famiglie, ordinate in base al reddito, in due parti eguali: la prima metà con redditi inferiori al valore mediano, la seconda con redditi maggiori o uguali), che per la Campania è pari a 19.222 euro (fitti esclusi), si evince che metà delle famiglie campane vive con meno, non di rado molto meno, di 1.600 euro al mese (a livello nazionale siamo a 1.866 euro).
Per la prima volta l’indagine dell’Istat rileva anche le diseguaglianze, per quanto riguarda il reddito, sia a livello nazionale che nelle regioni. Il metodo utilizzato allo scopo è l’“Indice di Gini”, che misura proprio la distribuzione del reddito assumendo valori compresi tra zero (quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito) e uno (quando una sola famiglia riceve tutto il reddito). Ebbene, la Campania denuncia un Indice di Gini, esclusi i fitti imputati, pari a 0,349.
Un valore secondo soltanto a quello della Sicilia. Se si mettono nel computo anche i fitti, poi, la Campania batte tutti con un Indice di Gini pari a 0,334.
Insomma, in regione la distribuzione del reddito è molto disomogenea, considerando anche che la media nazionale dell’Indice di Gini, per l’Istat già elevata, si attesta a 0,331 escludendo i fitti imputati e a 0,313 nel secondo caso.
Non sorprende, alla luce di questi dati, che oltre un quarto delle famiglie campane intervistate dall’Istat dichiari di arrivare alla fine del mese con molta difficoltà. Ben il 41,45 per cento poi, non saprebbe fare fronte a una spesa imprevista di 600 euro. Il16,6 per centodei nuclei familiari campani afferma poi di essere stato in arretrato con le bollette e il 24,7 per cento dichiara di non riuscire a riscaldare la casa in maniera adeguata. Il 24,7 per cento non ha avuto addirittura i soldi per provvedere a spese mediche e il 7,2 per l’acquisto di generi alimentari.
Quasi una famiglia su tre, poi, ha dovuto rinunciare ad acquistare capi d’abbigliamento necessari. Se la Campania piange, il Sud certo non ride.
Secondo l’Istat, infatti, è tutto il Mezzogiorno a passarsela male. Il reddito medio delle famiglie meridionali e delle Isole raggiunge a stento i tre quarti di quello delle famiglie del Nord. Il reddito netto familiare è invece superiore alla media nazionale in tutte leregioni centro-settentrionali, a eccezione della Liguria e dell’Umbria. Al top la Lombardia che denuncia ujn reddito medio pari a 32.313 euro senza fitti imputati). Maglia nera alla Sicilia, dove il reddito è di soli 20.996 euro.

Giovanni Brancaccio

DENARO.IT 06 GEN 2007

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