Doveva essere uno dei principali poli del mezzogiorno per la commercializzazione all’ingrosso della frutta, il punto di partenza per avviare un effettivo rilancio della città, e soprattutto del suo comparto agricolo, per decenni il settore trainante dell’economia di questo territorio. Invece il mercato ortofrutticolo di Giugliano, dopo anni di continui dibatti e sterili discussioni, ancora oggi resta un’opera incompleta e disorganizzata, che ha disatteso le aspettative degli operatori e di quanti speravano in una nuova alba per l’economia di una città, dove il lavoro è ormai un miraggio. Tra vecchi e nuovi problemi continua così l’odissea di questa megastruttura di oltre duecentomila metri quadrati e al momento funzionante soltanto al 30% delle sue effettive potenzialità. Dei centododici stand realizzati, infatti, soltanto la metà, quelli della cosiddetta ala sud, sono operanti e utilizzati dai commissionari che hanno ottenuto la licenza, mentre gli altri cinquantasei, tutta l’ala nord, sono chiusi ed ancora in attesa di assegnazione. Tutte le principali infrastrutture esistenti nel mercato, non sono poi mai entrate in funzione. Basta spostare lo sguardo di pochi metri dagli stand per scorgere la desolazione e l’abbandono in cui versano sia i vari magazzini di lavorazione della frutta, dove i prodotti dovrebbero essere selezionati e confezionati, sia le enormi celle frigorifere, in realtà celle refrigeranti che al massimo potrebbero conservare la frutta per un paio di giorni, dove i contatori addirittura non sono dimensionati per sopportare il carico elettrico necessario per il loro funzionamento. Infine, la palazzina centrale di tre piani, dove dovrebbero essere allocate una banca, un ristorante e la sala convegni, è tuttora deserta e totalmente inutilizzata. Un quadro incredibile che mostra chiaramente le grandi potenzialità di questa struttura che senza le colpevoli omissioni, i ritardi e una superficiale, se non inesistente, gestione dell’impianto, potrebbe rappresentare, oggi, a sei anni dalla sua apertura, l’asse portante dell’economia di tutto il comprensorio giuglianese. I commissionari, che nonostante tutti i problemi sono riusciti a svolgere la propria attività e rendere operativo il mercato, chiedono e propongono soluzioni che permettono di uscire dall’immobilismo, dall’attuale impasse, che non consente alcuna programmazione per il futuro. “Il primo nodo da sciogliere – affermano gli operanti del polo ortofrutticolo – è senz’altro quello della gestione della struttura. Due sono le possibilità che abbiamo prospettato, quella di una amministrazione attuata direttamente dai commissionari, e quella che vede una compartecipazione fattiva dell’ente comunale. Quest’ultima ipotesi, finalmente, dopo tante promesse mai mantenute, si sta ora delineando. Infatti con il comune è stato realizzato un consorzio, la Gemegi, una Spa dal capitale sociale di duecento milioni di vecchie lire, dove l’Ente detiene il 60%, il Comer, l’associazione nella quale sono riuniti tutti gli operatori del mercato, il 30%, e il restante 10% è stato assegnato, per volontà della giunta comunale, a delle ditte della zona vesuviana”. L’obbiettivo principale è poi quello di trasformare il mercato stagionale giuglianese, in un polo in grado di operare l’intero anno. La nostra speranza, è un progetto che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per la nostra struttura – spiegano i commissari – è quella di collocare qui gli altri mercati che svolgono anche l’attività al dettaglio, come quello di Marano – Melito o, soprattutto quello di Napoli, per riuscire a lavorare finalmente tutto l’anno”. Il mercato ortofrutticolo giuglianese, infatti, per la sua vastità e per le sue potenzialità potrebbe diventare, anche con un investimento contenuto, il centro più importante di tutta la Campania.
Provincia Oggi – del 17/03/2007
