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venerdì, Maggio 3, 2024
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GIUGLIANO, CALCIO: CONTINUA IL SILENZIO DOPO LA RETROCESSIONE DEI GIALLOBLU’

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Siamo in pieno silenzio audiovisivo, in casa Giugliano non si muove mosca, tutto è fermo e tutto tace. Monta così la curiosità degli sportivi e l’ansia dei tifosi, quelli che tengono alla maglia gialloblu più delle altre, quelli che hanno pianto amaramente per l’ultimo posto nel campionato appena concluso. Tutti si chiedono: cosa ne sarà della prima squadra cittadina appena retrocessa nei Dilettanti? Un vero dilemma, dalla risposta più incerta. Il timore è che possa ripetersi, corsi e ricorsi storici, quello che accadde nel lontano 1985, quando la squadra di Izzo, Varriale, Raimondi, Avolio, e mister Gargiulo (si, è lo stesso di oggi), dopo aver vinto il campionato di serie D, prima non si iscrisse a quello di C2 per soldi (cosi si dice), e poi pur cercando l’accordo fu comunque retrocesso nelle serie inferiori per illecito sportivo (Toma Maglie); una festa tramutata in tragedia sportiva, che costò oltre un decennio di oblio e oscurità. Tanto ci impiegò infatti la tigre giuglianese a tornare bella e appetibile, fu prima Poziello e poi con lui Vitiello, a far vivere la gioia più grande ad un’intera città, quella della promozione nei professionisti, la prima della lunga storia del club che risale agli anni venti del millenovecento. Erano i tempi di piazza Matteotti, del gran gala di ringraziamento a Fecarotta e compagni, a sedici idoli capaci di regalare un sogno, continuato nel tempo e culminato con i tre spareggi play off per la C1. Storia recente. Poziello e Vitello, gli stessi che sono retrocessi quest’anno con il Giugliano, osteggiati da tutta la tifoseria e abbandonati, a loro dire, dalle istituzioni locali, infedeli ai patti estivi. Poziello, che ha rilevato il Giugliano nel 1996, portandolo in un decennio vicino alle sfide ufficiali con il Napoli o con il Genoa, sognate e sfiorate con le dita ma mai realizzate, o a quelle vere e belle con il Catanzaro o il Messina, la Palmese o il Brindisi, o a quella della Coppa Italia Nazionale con la Reggina. Poziello che ora ha detto basta consegnando il titolo sportivo al sindaco Taglialatela. Non quello di C2, oramai sfumata come un bel tramonto arrivato al collasso con l’oscurità della notte, ma quello di serie D, che poi non è poco, perché come ha ricordato Vitiello nell’ultima conferenza stampa della stagione, postuma alla decisiva sconfitta interna con la Carrarese: «noi il Giugliano lo abbiamo preso dall’Eccellenza. Siamo arrivati ad un soffio dalla C1, dal salto nel gotha del calcio italiano, investendo dieci e più anni nella squadra e nel club. Andiamo via tra contestazioni? Penso che ad uno come Poziello si debba solo dire grazie. Ha dato tutto per il Giugliano, prima di noi nessuno aveva fatto tanto, e il dopo rischia di essere ancora peggiore. Abbiamo invitato il sindaco e gli imprenditori a farsi avanti, lo abbiamo fatto molte volte negli ultimi anni, ma senza successo. Cosa accadrà? E chi lo sa! Chi ci tiene al Giugliano può farsi avanti, le porte sono aperte. O forse senza di noi non si fa più calcio?». Meditate gente, meditate.

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