MARANO– E’ finito in cella con l’accusa di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e munizionamento. Giovanni Simeoli, 47enne di Marano, è stato arrestato sabato mattina dagli agenti del commissariato di polizia Dante. Gli investigatori lo collocano vicino alla cosca dei Nuvoletta: l’uomo è infatti cugino dei boss Mattia e Antonio Simeoli, i padrini “imprenditori” del clan di Marano. Erano circa le 7 quando i poliziotti hanno fatto irruzioni nell’abitazione di Simeoli, in via Recca. Fondamentale è stata una soffiata giunta in Commissariato. L’uomo, che era a letto, non ha opposto resistenza. Gli agenti hanno perquisito l’appartamento da cima a fondo. Sono state ritrovate due cartucce calibro 45, la canna di un fucile calibro 12 e un giubbotto antiproiettile. Gi investigatori ipotizzano che le celasse per conto di qualcuno: qualche pezzo importante della camorra che “conta”. Gli agenti stanno ora cercando di capire quale fosse il ruolo preciso del 47enne. Da sempre i Simeoli sono in alleanza con i Nuvoletta. Per anni Mattia Simeoli, cugino di Giovanni, si è occupato di reinvestire e far fruttare i beni di famiglia dei Nuvoletta. Un affare chiamato calcestruzzo. Il fulcro di tutti gli affari. Colate di cemento che hanno sconvolto Marano e dintorni. Un elenco infinito di società, intestaste a prestanomi, controllate dall’alleanza ora in bilico Polverino- Nuvoletta. Un affare che intuì l’ultimo tentacolo della mafia siciliana in Campania, Lorenzo Nuvoletta, consumato a 63 anni da un cancro al fegato nell’aprile del 1994.
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