Bossi vuole una camera

Milano. Chi si aspettava un Umberto Bossi triste per il risultato elettorale rimane deluso. A 48 ore dal voto, il segretario leghista si presenta alla stampa con uno dei suoi sorrisi migliori, posa per i fotografi mostrando con la mano la V di vittoria, infarcisce il discorso di un florilegio di battute. Come quando gli viene chiesto se farà parte del governo, e lui replica: «Potrei andarci in canottiera», o come quando definisce la Cdl «una specie di Tavola rotonda».
Affiancato dal segretario della Lega Lombarda, Roberto Calderoli, e dal presidente della Lega, Stefano Stefani, Umberto Bossi parte subito deciso dicendosi soddisfatto del risultato elettorale dal punto di vista politico e affermando a chiare lettere: «Io credo nel governo Berlusconi». E ancora: «la coalizione della Cdl ha avuto un successo che ci permetterà di avviare quel processo che la gente si aspetta». Dedica poco spazio, in realtà, all’esame del risultato elettorale dal punto di vista numerico. Lo fa solo quando afferma: «Noi abbiamo pagato in termini di voti, abbiamo perso circa 20 parlamentari, ma ciò non tocca la forza politica della Lega e al Senato siamo determinanti. Ma è andata benissimo dal punto di vista politico».
Forse già nelle prossime ore, cominceranno i colloqui con Berlusconi sulla formazione del governo. E qui Bossi rivendica per la Lega la posizione chiave della presidenza di una Camera. E indica anche il nome per la terza carica dello Stato: Roberto Maroni.