Assolto per non aver commesso il fatto. Con questa formula il Gip Colucci dell’Ottava Sezione ha assolto Antonio Architravo, accusato di aver chiesto il pizzo sul cantiere per nome del clan Contini, costola dell’Alleanza di Secondigliano. Nonostante la richiesta di condanna a 4 anni e 8 mesi da parte del Pm, il giudice nel corso del processo di primo grado svolto con la formula del rito Abbreviato condizionato, ha ritenuto soddisfacente la tesi difensiva dell’avvocato Giuseppe Gallo ed ha assolto Architravo. L’imputato si era dichiarato innocente anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia. “Sono innocente, io non faccio estorsioni ma vendo calzini alla stazione di Napoli”, aveva detto Antonio Architravo. “Non sono io quello che portava il motorino, vendo calzini alla stazione”, ha detto l’uomo. Ed in effetti il giudice gli ha dato ragione.
I fatti
Architravo era accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini avviate a maggio 2021 in seguito della denuncia sporta dal titolare di un’impresa edile, impegnata nei lavori di ristrutturazione di un immobile nel quartiere Vasto-Arenaccia, zona rientrante nella sfera di influenza e controllo del clan camorristico Contini, famiglia aderente allo storico cartello criminale dell’alleanza di Secondigliano. Ad incastrare il 49enne, ritenuto legato al clan Contini (organizzazione camorristica componente della cosiddetta Alleanza di Secondigliano), furono le dichiarazioni rese dai testimoni e l’analisi dei filmati di videosorveglianza che hanno immortalato i transiti del motociclo utilizzato dall’indagato. Ma la difesa ha smontato totalmente la tesi accusatoria.