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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Adozioni bimbi ucraini, quali sono i requisiti per dare una casa e una famiglia ai piccoli in fuga dalla guerra

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Sempre più famiglie, anche in Italia, decidono di adottare i piccoli profughi ucraini. Le conseguenze della guerra in Ucraina si sviluppano su più fronti: da quello economico a quello umanitario. Ma come si può aiutare il popolo ucraino? L’Italia e l’Europa da subito si sono mobilitate per inviare pacchi con beni di prima necessità per cercare di aiutare. Tutti i paesi dell’unione si sono schierati per accogliere chi è costretto a scappare per salvarsi, l’Italia e Napoli in prima linea per disponibilità. L’esodo di profughi crea una forte necessità di posti in cui stare, B&B e case d’accoglienza hanno già dato massima disponibilità per aiutare. Ma si può intervenire anche in altro modo per cercare di aiutare soprattutto i più piccoli.

Emergenza adozioni ucraina 

Nell’esodo nato dall’inizio della guerra i dati sulle fughe dei piccoli sono sconcertati. Secondo l’Unicef infatti sono circa un milione i bambini che scappano dalla follia russa e molti di loro sono soli. Tanti arrivano infatti senza genitori ai confini del paese, in fuga per cercare di trovare riparo ed accoglienza in un posto sicuro. Una vera e propria emergenza per i piccoli ucraini, soli in un paese nuovo. Molte famiglie italiane si stanno già mobilitando per cercare di adottare i piccoli, per dargli un sostegno e donargli affetto in un momento così difficile. Ma la procedura d’adozione non è per niente facile e la presenza del conflitto non aiuta. L’iter d’adozione richiede infatti l’intervento del tribunale, possiamo immaginare come la burocrazia ucraina sia ovviamente rallentata dal presente conflitto nel paese. Quali sono però le procedure per la richiesta d’adozione e come sono cambiati le tempistiche data la crescente crisi umanitaria?

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Come adottare 

La CAI è la commissione che si occupa in Italia delle adozione internazionali, istituita presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, regolate dalla commissione dell’Aja n.33 del 29 maggio 1993. La prima cosa da fare per iniziare un percorso d’adozione è quello di dichiarare al Tribunale dei minorenni la propria disponibilità all’adozione. Non tutti però possono farlo, ci sono delle regole precise. Coloro che intendono dare disponibilità per l’adozione devono infatti rispondere a dei requisiti.

I requisiti d’adozione 

Nel particolare possono fare richiesta i coniugi sposati da almeno 3 anni e non separati (neanche se di fatto) e/o i coniugi sposati da meno di tre anni ma conviventi su basi stabili e comprovabili. Un’Ente autorizzato dalla CAI viene coinvolto nel processo dopo e solo se il giudice emette il decreto di idoneità. I vari paesi hanno tutti diverse regole motivo per cui è fondamentale l’affiancamento dell’Ente e il suo supporto ai genitori. La lista degli Enti autorizzati si trova sul sito della Commissione. Successivamente la famiglia potrà conoscere il bambino durante la fase dell’abbinamento. Se si vuole procedere bisogna completare il tutto nel paese d’origine del piccolo. Una volta ottenuta l’autorizzazione all’ingresso e alla residenza in Italia, il Consolato italiano nel paese d’origine rilascerà il visto d’adozione.

Visto che il processo d’adozione richiede l’intervento dei tribunali del Paese di provenienza del bambino, l’iter ucraino è in stallo dal 24 febbraio. Secondo CAI sono 23 i bambini già abbinati a famiglie italiane, uno dei quali avrebbe anche una sentenza d’adozione emessa, il problema è che però sono tutti ancora in Ucraina. Vincenzo Starita vicepresidente della commissione ha dichiarato a Vita: “Stiamo facendo l’impossibile, ho scritto all’autorità centrale ucraina me è impossibile contattarla, abbiamo parlato con il console ucraino in Italia“.

Grandi difficoltà di comunicazione quindi: “Dovrebbero essere ancora in Ucraina, forse qualcuno è già stato spostato in Paesi vicini“, continua. L’Ucraina inoltre non ha ratificato la Convenzione de Aja n.33 del 29 maggio 1993, il sito ufficiale della CAI spiega l’iter da seguire per adottare da questo Paese.

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