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sabato, Aprile 27, 2024
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Alleanze, tradimenti, agguati: il clan Mauro e il ‘trono di spade’ al rione Sanità

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Un gruppo camaleontico. Capace di cambiare casacca a seconda delle circostanze e delle convenienze. Così viene descritto il clan Mauro dei Miracoli nelle oltre settecento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha di fatto smantellato il gruppo che ambiva a occupare un posto importante nella mala della Sanità. Un gruppo imperniato sulla figura di Ciro Mauro che in questi anni ha cambiato più volte casacca, a seconda dei suoi interessi, venendo tacciato in diverse occasioni di opportunismo. Un ‘trono di spade’ che ha impegnato in questi anni in maniera continua sia i carabinieri che la polizia (fondamentale nel provvedimento odierno anche l’apporto degli uomini del commissariato San Carlo all’Arena) in un continuo risiko fatto di tradimenti, voltafaccia, accordi sottobanco dove le carte si sparigliavano ed era sempre più difficile capire chi teneva il gioco.

Il gruppo dei Miracoli nasce come propaggine dei ‘mianesi’ che, dopo la fine del clan Misso, avevano cercato di creare una propria colonia nel quartiere. Gli Esposito-Genidoni, diretta emanazione dei clan dell’area nord, in origine viaggiavano insieme ai Mauro. Quest’ultimi però, come spiegato in un’informativa dei carabinieri del 2017 «non esiterà di sfruttare la chance di porsi al centro delle trame camorristiche riuscendo ad ordire alleanze con il gruppo Sequino-Savarese e preservare i rapporti con le famiglie Vastarella-Staterini che gli consentirà di acquisire, in maniera significativa, non solo una percentuale dei proventi degli affari illeciti del rione ma anche una totale autorità sul territorio dei Miracoli». Sono diversi dunque i periodi presi a riferimento. Un primo, di contrapposizione armata, che dura dal settembre 2013 al gennaio 2014 che vede i Sequino-Savarese, coadiuvati dalle famiglie di Forcella e cioè i Sibillo-Brunetti-Amirante, contrapporsi ai gruppi diretta emanazione di Miano e cioè gli Esposito-Genidoni, i cosiddetti ‘Barbudos’ insieme ai Mauro. Un secondo periodo, tra il gennaio 2014 e il maggio di quell’anno, vedrà un mutamento radicale degli assetti quando il gruppo di Ciro Mauro deciderà di accodarsi ai Sequino-Savarese per dare il via al progetto che prevedeva la totale estromissione dal rione della famiglia Esposito-Genidoni vista come un gruppo invasore, vista la sua origine nell’area nord di Napoli. Partecipe a questa fase anche il clan Vastarella anche se erano iniziati già allora ad emergere malumori nello stesso gruppo con Staterini, cognato di Vastarella, che era favorevole alla linea dura dei Mauro finalizzata ad accordi sempre più stretti con i Sequino-Savarese per cacciare i ‘Barbudos’ dal quartiere mentre Antonio Vastarella, figlio di Patrizio, sembrava più propenso ad attendere la scarcerazione del padre prima di siglare accordi più stretti.

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Ad avallare questa ricostruzione anche il racconto del collaboratore di giustizia Salvatore Marfè, vera ‘voce di dentro’ nel gruppo dei Miracoli:« Nell’estate del 2013 si ruppero i rapporti tra i Sequino e Pierino nel senso che i Sequino e i Savarese fecero l’alleanza con i Sibillo mentre Pierino venne da noi ai Miracoli, ci spiegò la situazione e ci disse che aveva litigato con Silvio Pellecchia dei Sequino e con Emanuele Sibillo. Ciro Mauro quindi si schierò con Pierino Esposito contro i Sequino e i Savarese».

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