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lunedì, Giugno 24, 2024
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Altarini dedicati a figli e parenti, così l’Alleanza di Secondigliano celebrava il potere della camorra

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Altarini dedicati a figli e parenti, così l’Alleanza di Secondigliano celebrava il potere della camorra. L’uso distorto della religione da parte dei clan è emerso nell’operazione di oggi condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, supportati dai militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e dalla Polizia Municipale partenopea. Dunque militari e agenti sequestravano 11 edicole votive nei quartieri del Vasto-Arenaccia e di San Carlo Arena.

Tutti gli altarini sono riconducibili a persone già condannate per delitti di criminalità organizzata di tipo mafioso associazione o legate al cartello criminale dell’Alleanza di Secondigliano. Dalle indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Melillo, sono emersi nomi eccellenti circa la riconducibilità delle edicole votive sequestrate.

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Altarini della camorra, i nomi degli indagati nel blitz contro l’Alleanza di Secondigliano

IL LEGAME DI SANGUE TRA I BOSS DELL’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO

Il legame tra i Contini ed i Mallardo è cementato dal sangue. I due clan sono alleati in virtù della parentela tra i boss Francesco Mallardo e Patrizio Bosti, infatti, il primo è sposato con Anna Aieta mentre il secondo con la sorella Rita. Imparentati con loro Edoardo Contini che ha sposato la terza sorella Maria Aieta. 

IL VIDEO DEL BLITZ CONTRO L’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO

Le indagini sulle edicole votive iniziarono dopo il sequestro di tre statue sacre, risalenti al ‘600, rinvenute nella pratica disponibilità delle famiglie mafiose Mallardo-Bosti-Contini. Risulta che i manufatti, costruiti in luoghi e epoche diverse, sono accomunati dalla destinazione alla strumentale celebrazione di figure criminali.

Le costruzioni occupavano abusivamente il suolo pubblico, infatti, in alcuni casi erano realizzate anche attraverso il danneggiamento di beni di interesse storico e archeologico. E’ il caso della struttura costruita sulla colonna portante del tratto dell’acquedotto romano dei Ponti Rossi. Deturpato, quindi, un importate monumento dell’antichità. Dopo il blitz le costruzioni sequestrate sono affidate al Comune di Napoli che adotterà i conseguenti provvedimenti amministrativi.

GLI ALTARINI DELLA CAMORRA, ECCO LE STRADE

I sequestri sono avvenuti in diverse strade di Napoli: via Sant’Antonio Abate, via Generale D’Ambrosio, Calata Capodichino, via Cavara, Via Arenaccia, Via Filippo Maria Briganti, Piazza Gravina. Inoltre i carabinieri sono intervenuti in Via Lorenzo Giusso, Via Catapano, nel Rione Amicizia in via Via Onorato Fava, Via Nicola Nicolini nella zona dei Ponti Rossi.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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