Lascia il carcere dopo 8 mesi dall’arresto ed ottiene i domiciliari ad Isernia, Benito Sepe, arrestato nel febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta sui cosidetti cavalli di ritorno ad Afragola e area nord di Napoli. Il giudice di Napoli Nord ha accolto l’istanza dell’avvocato Giuseppe Vincenzo Mauro ed ha concesso a Benito Sepe il beneficio dei domiciliari
L’inchiesta
Si chiama Salvatore Palmentieri, alias o’ pucuraro, il capo della banda dei cavalli di ritorno sgominata di carabinieri e che aveva la sua base nel rione Salicelle di Afragola. Palmentieri era ai domiciliari ma nonostante ciò riusciva a gestire il traffico di auto rubate nell’area a Nord di Napoli e nell’Agroaversano. Sono 31 le persone coinvolte nel blitz, di cui 18 in carcere e 9 ai domiciliari. I prezzi che le vittime dovevano sborsare se volevano riavere indietro la vettura rubata dipendeva dal modello. Si andava dai 400 euro per le auto di medio valore e un po’ vecchiotte fino a 10mila per le auto più lussuose. La Panda quella più rubata, per riaverla indietro bisognava spendere 1500 euro.
La tecnica utilizzata
Le parole magiche dell’organizzazione dei cavalli di ritorno del Rione Salicelle erano due: «l’imbasciata» e «il dieci per cento». La prima, nel gergo dialettale della holding, stava a significare che c’era un’auto rubata e pronta a essere riconsegnata dietro pagamento del riscatto. La seconda invece sintetizzava in percentuale la somma che le vittime dovevano pagare per riavere il maltolto.