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sabato, Maggio 18, 2024
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Un affresco di Sandokan nel bene intitolato a carabiniere scomparso

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C’è anche un affresco firmato “Schiavone”, riconducibile all’ex capo clan dei Casalesi, ora pentito, Francesco Schiavone “Sandokan”, nell’azienda bufalina di Grazzanise (Caserta). L’azienda confiscata da oggi ricorderà il luogotenente Baldassarre Nero, medaglia d’argento al valore dell’Arma dei carabinieri e protagonista di importanti operazioni anticamorra, morto a causa del covid.
L’intitolazione della struttura, che si trova in località “Selva Lunga”, nelle campagne di Grazzanise, confiscata proprio a Sandokan, si è tenuta stamani, nel corso di una cerimonia cui hanno preso parte autorità militari e civili, tra cui il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Il bene confiscato intitolato a luogotenente morto di Covid

Nero, comandante della stazione dei carabinieri di Macerata Campania, con un passato anche nella stazione di Grazzanise, perse la vita a soli 49 anni e, secondo quanto emerse dalle indagini, era finito nel mirino del clan dei Casalesi.

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L’affresco, raffigurante il paesaggio circostante, sarebbe stato disegnato dal boss nella sala delle mungiture, e poi firmato con la dicitura “Schiavone R.G. 90”.

L’azienda bufalina venne sequestrata nel 2002 e confiscata nel 2008. Dopo il sequestro il clan decimò la popolazione bufalina (oltre mille i capi, parte della quale uccisa con il veleno e fatta morire di fame). Il custode ne trovò  solo qualche decina in vita. Il clan mafioso non mollò la presa sull’azienda neppure dopo la confisca. L’amministrazione comunale del tempo, nel 2008, tentò di trasformare l’azienda in un maxi impianto di compostaggio. Secondo le dichiarazioni di unj pentito ‘nell’operazione’ fu coinvolto  anche il figlio di Sandokan Nicola Schiavone.

Il nome di Baldassarre Nero cancella quello di Sandokan

“Da oggi il nome di Baldassarre Nero cancellerà per sempre il nome di Sandokan da questo luogo e da queste terre”. Lo ha detto il colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta. Rivolgendosi alle tante scolaresche presenti ha citato il magistrato antimafia Antonino Caponnetto secondo cui la mafia teme più la scuola che la giustizia perché “la cultura taglia il prato mafioso”. Davanti al bene – che ora di chiama “Centro per la formazione delle coscienze e dei mestieri” – è stata scoperta una targa dedicata al luogotenente Nero. Lì saranno formati casari che produrranno la mozzarella di bufala e panificatori.

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