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venerdì, Aprile 26, 2024
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Incubo Blue Whale, segnalati nuovi casi in Italia

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La Blue Whale Challenge, ovvero la sfida on-line che spinge gli adolescenti in 50 prove pericolosissime, sembra stia tornando. La prima condanna, che riconosce tale “gioco” pericoloso, arriva da un giudice di Milano.

Prima condanna da Blue Whale Challenge

Il giudice, Angela Martone, ha condannato una ragazza a 18 mesi di carcere con l’aggravante dell’essersi avvalsa «della forza intimidatrice derivante da associazioni segrete». Una giovane accusata di aver costretto, via social, una 12enne a gesti autolesionistici tramite la Blue Whale Challenge.

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«Non pare avere i connotati di una stabile associazione di persone realmente esistente, ma  sembra piuttosto atteggiarsi quale fenomeno sociale spontaneo sviluppatosi per emulazione»- scrive ancora il giudice nella sua sentenza. La donna condanna la giovane per aver istigato e fatto da “curatore” di una ragazza di 12 anni. Spingendola ad infliggersi dei tagli sul corpo e in seguito inviargli una foto come prova.

Prestiamo attenzione agli adolescenti

Si tratta di una sentenza storica visto che è la prima volta che qualcuno viene condannato in Italia per questo fenomeno sociale. La Blue Whale Challenge resta ancora per certi versi un fenomeno con molti lati oscuri: non si sa infatti da dove inizia, come e quando finisce. Non si conosce la portata reale del fenomeno nè quanti ragazzi vengono ‘spinti’ ad affrontare queste ‘sfide’. L’unica certezza è che vengono adescati ragazzi in età adolescenziale. Fatto sta che questo non è il primo caso riscontrato in Italia e nel mondo.

Blue Whale Challenge nel mondo

In Russia infatti, grazie a un video di un’adolescente di 14 anni si ha avuto conferma che la Blue Whale Challenge esiste ed è pericolosa. Sono morti, infatti, due ragazzi. Entrambi con lo stesso modus operandi e nello stesso luogo: uccisi dai treni.  La 14enne, Maria, dopo aver affrontato le varie “prove” arrivata alla fine registra un video. In lacrime racconta cosa è stata costretta a fare. Che non le resta più tempo e che ormai non può più tirarsi indietro. Alla fine di questa dichiarazione supplica di diffondere la notizia e salvare le altre vittime. Svelando di appartenere ad un gruppo di circa 500 adolescenti.

I poliziotti, dopo lunghe indagini condotte con i servizi segreti federali, hanno arrestato un 19enne con l’accusa di gestire la rete digitale della Blue Whale Challenge. Le indagini, però, sono ancora in corso per la ricerca di eventuali complici.

Bisogna, dunque, restare attenti per evitare l’incubo che sembrava essere stato bloccato anni addietro.

 

 

 

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